♦ La quarta parete ***
il David Oelhoffen
Film franco-lussemburghese, 1 h 56
In questo anno 1982, la guerra infuria a Beirut. Per rispettare la promessa fatta all’amico, Georges si reca nella capitale libanese a cavallo Antigone di Jean Anouilh. Per fare ciò, la missione del regista è reclutare diversi attori coinvolti nel conflitto. E nonostante porti avanti un progetto di pace, Georges dovrà affrontare la realtà della guerra.
Interpretato da Laurent Lafitte, Georges trasporta lo spettatore in un mondo in cui tutto gli sfugge. La quarta parete è un adattamento del romanzo di Sorj Chalandon che non cerca di spiegare il contesto del conflitto libanese. Descrive attraverso l’arte l’assurdità della guerra, evidenziandone i poteri ma anche i limiti.
» LEGGI LA RECENSIONE: “La Quarta Parete”, il potere dell’arte e i suoi limiti
♦ Spettatori! ***
di Arnaud Desplechin
Film francese, 1h28
Fantasmiè il primo film che Paul Dédalus scopre al cinema, accompagnato dalla nonna. Un’esperienza che lo stupirà. Da quel momento in poi la 7a arte lo accompagnerà in tutte le fasi della sua vita. E imparerà gradualmente a diventare spettatore.
Il sosia di Arnaud Desplechin torna a raccontarci la sua lunga storia d’amore con il cinema. In quest’opera, che oscilla tra saggio, documentario e finzione, il regista si pone dalla parte dello spettatore. Mescolando interviste, teorie sul cinema e ricordi personali, si chiede come guardiamo i film e cosa rende unica la settima arte.
» LEGGI L’INTERVISTA: Arnaud Desplechin: “Il cinema rende la realtà più emozionante”
♦ Sono ancora qui ***
di Walter Salles
Film brasiliano, 2:16
La famiglia Paiva vive una vita pacifica e felice nella loro casa vicino alla spiaggia di Rio de Janeiro. Tanto che quasi dimentichiamo l’anno: 1971. Il Brasile era allora sotto una dittatura militare. L’arresto di padre Rubens, ex deputato vicino all’opposizione, da parte di uomini del regime, manda in frantumi l’idillio familiare. Eunice, sua moglie, si farà allora carico della sicurezza dei loro cinque figli e condurrà una lotta affinché venga riconosciuta la responsabilità del regime per la morte del marito.
Questo lungometraggio contrappone la vita felice e ordinaria di una famiglia colta alla brutalità di un opaco regime totalitario. Fernanda Torres, che ha appena vinto un premio di recitazione ai Golden Globes, interpreta Eunice, una madre piena di dignità e determinazione nella sua ricerca della verità.
» LEGGI LA RECENSIONE: “I’m Still Here”, un dramma toccante sui tempi bui del Brasile
♦ Il dossier Maldoror **
di Fabrice du Welz
Film franco-belga, 2,35 ore
1995. Il Belgio è scosso dalla scomparsa di due bambine di 7 e 8 anni a Charleroi. Questa vicenda diventa ossessiva per il gendarme Paul Charrier. Entra nell’operazione di sorveglianza di Marcel Dedieu: Operazione Maldoror. Ma per il giovane idealista, che vorrebbe restituire i bambini ai genitori, le indagini sono troppo lente. Decide quindi di assumersi la responsabilità di dimostrare la colpevolezza del sospettato.
Ispirato al caso Dutroux, il film di Fabrice du Welz è molto cupo. In Il dossier Maldoror, il regista analizza le disfunzioni delle tre forze di polizia belghe che hanno portato allo stallo di questa indagine nota a tutti.
» LEGGI LA RECENSIONE: “Il dossier Maldoror”, sulle tracce di un pedofilo belga
♦ Memorie di una lumaca **
d’Adam Elliot
Film d’animazione Australia, 1 ora e 34
Cristallo del lungometraggio del Festival di Annecy 2024, questo film unico, dell’australiano Adam Elliot, racconta, con figurine animate in uno stile volutamente artigianale e oscuro, le infinite battute d’arresto di una ragazza orfana che colleziona lumache. Separata dal fratello gemello dopo la morte del padre, poi vessata a scuola, finisce per uscire dal suo guscio grazie all’affetto di un impertinente ottantenne. Raccontata in prima persona e con la voce fuori campo, questa lenta fioritura di un personaggio accattivante non manca di qualità nella sua rappresentazione cruda della vita umile, in stile dickensiano. Nonostante i suoi tocchi di tenero umorismo, il film soffre di troppo miserabilismo, affogando nelle lacrime i tormenti della sua eroina e la sua chiamata ad andare avanti.
♦ Per amore *
di Élise Otzenberger
Film francese, 1h30
Sarah (Cécile de France), traduttrice cinese e madre di due bambini piccoli, non è molto felice nella sua vita matrimoniale. Durante una vacanza al mare, il suo primogenito Simon scompare sulla spiaggia per poi riapparire all’improvviso completamente fradicio. Tornato a casa, quest’ultimo comincia a comportarsi in modo strano, cercando il contatto con l’acqua e sostenendo di sentire delle voci. Se suo padre Antoine reagisce male, sua madre sceglierà di credergli e, per amore, stare al suo gioco.
Non sappiamo bene che direzione prendere con questo film che oscilla costantemente tra il dramma familiare e il film di genere senza mai scegliere da che parte stare. Da quel momento in poi, naviga tra realtà e immaginazione, follia e soprannaturale, lasciando Cécile de France, sempre perfetta, a portare avanti questa storia traballante alla quale è molto difficile aggrapparsi.
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