La vita di una persona può andare in pezzi in pochi secondi quando una bugia si diffonde come un fuoco incontrollabile. Quando un insegnante della prima infanzia si ritrova nell'occhio del ciclone dopo una grave accusa, la presunzione di innocenza svanisce di fronte al giudizio inflessibile di una piccola comunità danese. Questa è la base su cui Thomas Vinterberg usa per costruire una storia devastante il potere distruttivo delle voci, la fragilità della reputazione e il danno irreparabile che le false accuse possono causare.
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“The Hunt” (2012), diretto da Thomas Vinterberg, segue la storia di Lucas, interpretato magistralmente da Mads Mikkelsenuna maestra d'asilo vittima di una falsa accusa di abusi sessuali su minori. Il film, che presentato in anteprima al Festival di Cannesha vinto il Premio della Giuria ed è stato nominato per numerosi premi internazionali, inclusa una nomination per Oscar per il miglior film in lingua straniera. Il film approfondisce con precisione chirurgica i dettagli del concetto di linciaggio sociale, mostrando come una bugia infantile possa diventare una condanna definitiva per un uomo onesto. Il film è attualmente disponibile nel catalogo Movistar Plus+.
A 1999, psicologo infantile Søren Friis Smith si è avvicinato al regista Thomas Vinterberg dopo l'uscita del suo film 'Celebration' (1998) consegnare una serie di articoli, rapporti scientifici e note personali su casi di ingiuste accuse di pedofiliasuggerendogli di realizzare un film su questo argomento delicatissimo. Questo incontro è stato fondamentale per la genesi di 'The Hunt', ispirando Vinterberg a esplorare i meccanismi sociali che possono distruggere la vita di una persona innocente con una semplice accusa.
Il film riesce con successo a trascendere la semplice denuncia per diventare un’analisi approfondita dei meccanismi di difesa di una piccola comunità. La trasformazione di Lucas, interpretato da Mikkelsen, rappresenta il viaggio di un uomo che passa dall'essere un membro rispettato della società all'essere un emarginato sociale, senza altro argomento che voci e sospetti. Vinterberg riesce a creare un film che è allo stesso tempo un thriller psicologico e un dramma sociale.dove ogni sguardo e ogni gesto racchiude la tensione di una bomba sul punto di esplodere.
Il critico di Fotogramas de 'The Hunt' ha definito il film “stimolante e brillante” e ha assicurato che “ciascuna delle inquadrature che avvicinano il personaggio intrappolato e ripudiato interpretato da Mads Mikkelsen, o quelle (ancora più crudeli) che lo inquadrano in una un vuoto fisico e morale assolutamente minaccioso (una comunità quasi spettrale piena di terrificanti luci natalizie), descrivono in modo agghiacciante che la vita è una celebrazione della morte. Costruito come una continuazione calligraficamente meno rigida rispetto al seminale e dogmatico 'Celebration' (1998) o allo scomodo 'Submarine' (2010), quest'ultimo schiaffo di Vinterberg alla vena inquisitoriale, calvinista e puritana della Danimarca di oggi sembra disegnato con millimetrica voglia di decostruire il melodramma nordico”.
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