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8 cose che non vorresti mai più vedere

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È stato detto e dimostrato mille volte: noi di Hitek siamo grandi fan del fantasy. Ma non ci lasciamo ingannare nemmeno dai limiti e dai luoghi comuni troppo spesso utilizzati in questo genere. Ecco perché, dopo il nostro articolo sulle più grandi seccature del genere (che potete riscoprire qui), torniamo questa volta su quelli che sono (secondo noi) gli 8 peggiori cliché del fantasy:

#8 Il testo del prologo che non ti insegna nulla

Il prologo scritto che scorre sullo schermo all’inizio di film o serie fantasy è diventato un cliché inevitabile e, ora, spesso profondamente irritante. Questo testo, che dovrebbe gettare le basi di un universo ricco e complesso, rientra spesso la trappola di un’overdose di informazioni pesanti e in definitiva inutili. Che si tratti di raccontarci l’ennesima mitologia della creazione o di riassumere un secolare conflitto tra le forze del bene e del male, non riesce ad affascinare e regala allo spettatore sembra di dover leggere un manuale di istruzioni prima di immergersi nella storia.

Questo tropo, reso popolare da Guerre stellari ma portato all’eccesso in opere meno ispirate, sembra oggi una stampella da copione. Piuttosto che mostrare l’universo o lasciare che lo spettatore lo scopra attraverso i personaggi, lo affoghiamo sotto un flusso di informazioni. Il premio del genere va alla saga Guerre stellariin particolare il episodi VII et IX, Chi si accontentano di buttare via subito la posta in giocoevitando così di introdurli in modo logico o credibile nella tradizione (nota che questo funziona anche con la voce fuori campo introduttiva).

# 7 Aiutante molto simpatico e cattivo ragazzo con un grande cuore

La spalla “troppo bella” che accompagna l’eroe nella sua ricerca è diventata un cliché logoro, al punto da risultare fastidioso. Questo personaggio è sempre un outsider carismatico, pieno di “difetti” che in realtà lo rendono irresistibile: è arrogante, sarcastico, un po’ ribelle, ma il suo cuore è ovviamente dalla parte giusta della scala morale. Han Solo (Star Wars), Madmartigan (Willow), o anche Jack Sparrow (Pirati dei Caraibi) incarnano questa figura vista e rivista mille volte.

La ciliegina sulla torta è che questo scatto ha pochissime variazioni: questo antieroe apparentemente imperfetto finisce sempre per schierarsi con i “buoni ragazzi” e diventa il miglior alleato dell’eroe, rubando la scena grazie al suo umorismo o al suo fascino. Questo tropo è tanto più fastidioso perché funziona solo nella finzione. Concretamente, un ragazzo arrogante che ti guarda dall’alto in basso, ti parla come un cane e che, per di più, sembra essere coinvolto in attività losche… beh, non lo assumi come guida o autista per disturbarti durante un viaggio di diverse migliaia di chilometri.

#6 Un universo che non si evolve mai

Gli universi fantasy sono spesso segnati da luoghi comuni sull’organizzazione politico-religiosa, che mancano di rinnovamento e diventano fastidiosi con il passare del tempo. Uno dei maggiori difetti è l’immobilità delle società, che sembrano congelate da millenni. Le lingue, i costumi, i sistemi politici, perfino i sistemi castali ed etnici, rimangono identici, senza alcun cambiamento apparente. Ad esempio, una società medievale si trasforma quasi sempre in una replica del Medioevo terrestre, con una gerarchia sociale immutabile, monarchi assoluti e un clero influente, spesso caricaturato come l’incarnazione del male. Ma come potrebbero queste società non avere successo dopo diversi millenni di oppressione? non ha mai generato rivoluzioni o sperimentato la minima evoluzione?

D’altra parte, in questi mondi, gli abitanti devono convivere quotidianamente con la minaccia di mostri giganti, elementi soprannaturali che possono causare loro mille problemi diversi, ma nessuna autorità sembra davvero tenerne conto. Si ha l’impressione che tutti questi regni generici potessero scrivere come motto sotto il loro stemma: “C’est la vie”. Infine, questo tipo di universo viene spesso descritto come un utilizzo una tecnologia rudimentale che tuttavia ristagna indefinitamente. Ovviamente ci troviamo in mondi in cui nessuno vuole soffrire di meno sul lavoro o essere curato in un luogo diverso da un campo di battaglia, da un letto di paglia messo in una stanza antigenica o da una fossa di letame.

#5 Elfi, Nani o Orchi: popolazioni senza sfumature

I cliché sulle popolazioni e sulle etnie negli universi fantasy sono diventati profondamente fastidiosi e prevedibili. Orchi, Elfi, Nani e altre creature fantastiche sono sspesso ridotti a stereotipi omogenei che non evolvono mai. Gli Elfi sono aggraziati e perfetti, i Nani sono burberi e taciturni, mentre gli Orchi sono violenti e brutali. Sebbene pratiche, queste scorciatoie narrative non sembrano realmente realistiche. Gli esseri umani possono aspirare a diventare musicisti o berserker, diventare obeso o magro, essere gradevole o sgradevole; se invece sei un Nano, sarai barbuto, scontroso, minatore, fabbro o, nella migliore delle ipotesi, bravo a creare congegni meccanici. E poi, a quanto pare, fortuna se sei un Elfo, perché non esiste mai un Elfo che sia gobbo, zoppo o nato con il labbro leporino.

# 4 Nessuna sfumatura di grigio

Nelle storie di fantasia, la rappresentazione del male è troppo spesso ridotta ad un unico archetipo : un antagonista assoluto, senza sfumature, motivato unicamente dal desiderio di distruggere il mondo o dominare l’universo. Questo tipo di “signore oscuro” è frequente ritratto come malvagio senza una vera ragione, semplicemente perché incarna il male per opporsi al bene. Questa semplicistica dicotomia tra “buono” e “cattivo” finisce per rendere le storie prevedibili e prive di profondità. I cattivi diventano caricature, prive di complessitàla loro unica motivazione è quella di nuocere per piacere o di governare senza alcuno scopo reale. Cominciamo anche ad essere curiosi di vederli un giorno riuscire nel loro piano. Perché ehi, Dark Bidule, una volta che avrai distrutto il mondo e/o risvegliato l’antico demone della profezia… Qual è il piano, comunque?

Peggio ancora, alcune razze magiche, come gli Orchi o gli Elfi, lo sono spesso rappresentato esclusivamente come buono o cattivo, ridotto a un ruolo stereotipato che impedisce qualsiasi forma di diversità o ambiguità morale. Tuttavia, è anche interessante notare che il contrario può essere altrettanto faticoso e privo di sorprese : ad esempio, per diversi anni, tutti i cattivi devono avere un trauma che li ha resi così e trovare una qualche forma di redenzione prima della fine del film. Anche lì, una volta è carino, ma in ogni film diventa un nuovo cliché altrettanto esasperante quanto la mancanza di sfumature.

#3 Parole e dialetti inventati senza motivo

JRR Tolkien potrebbe non aver inventato completamente il genere fantasy, ma lo ha chiaramente rivoluzionato. Il Signore degli Anelli e le numerose storie che lo circondano costituiscono oggi un riferimento ancora vivissimo per qualsiasi autore interessato al genere, ed è del tutto legittimo e comprensibile ispirarsi a un’opera del genere. Tuttavia, non tutti sono Tolkien. La trilogia di Il Signore degli Anelli è stato scritto in più di 17 anni e questa scrittura stessa è il frutto di decenni di lavoro e ricerca. Tolkien era un professore universitario con la passione per il folklore antico e uno studioso che parlava fluentemente molte lingue. Quindi, quando Tolkien si prende il tempo per creare linguaggi diversi per gruppi di Elfi, Nani o anche certe creature, ha senso. Al suo livello è addirittura un gioco, ma chiaramente non è un must per il genere.

Oggi ci troviamo di fronte a mondi in cui tutti parlano un inglese impeccabile, oppure a mondi in cui vi spieghiamo con orgoglio che abbiamo consultato non sappiamo bene quale pseudo-esperto pagato una fortuna per inventare una decina di frasi chiaveil tutto affinché alla fine arrivi un personaggio secondario a fare il traduttore. Allunga la scena e a tutti non interessa questo linguaggio, che è poco più che una trovata promozionale. Nello stesso genere, c’è anche l’invenzione di termini per definire oggetti o personaggi che hanno un equivalente nel nostro mondo e che appesantiscono solo artificialmente il tutto. Concretamente, non è perché nella vostra lore un tenente o un capitano è un “roftyru” (parola trovata digitando a caso sulla tastiera) che cambierà davvero la nostra visione della storia proposta.

# 2 Magia e profezie usate come trucco pratico

Per quanto affascinante e attraente sia l’elemento magico nella finzione, lo è comunque trattato in modo esagerato nella maggior parte delle storie. La magia diventa quindi una soluzione facile, giustificando qualsiasi cosa senza alcun reale sforzo narrativo. Troppe storie si basano su oggetti magici incantesimi luminosi o potenti per risolvere i conflitti, senza mai spiegare come effettivamente questi elementi si inseriscono nel mondo. La magia diventa un gadget, una specie di “tasto facile” che erode la tensione drammatica.

E quando la magia, i poteri e altri potenti artefatti si sono logorati troppo, resta l’ultimo jolly: la profezia. Effettuato sistematicamente se è a favore del bene, Sventate sistematicamente se favoriscono il male, queste povere profezie servono come pigro pretesto per orientare la trama, come se il destino fosse un meccanismo implacabile che rende insignificanti le scelte dei personaggi. E anche lì, alcuni riescono a rimanere intrappolati con i piedi nel tappeto, come il dibattito infinito sulla profezia del Prescelto in Guerre stellari, opporsi a chi pensa che il Prescelto sia Anakin, Luke, o anche alcuni sostenitori della povera Rey, che non chiedevano tanto.

#1 Il Prescelto!!!!

Ebbene, qui sfonderemo le porte, ma non possiamo tagliarle. Sì, il principio dell’Eletto che salverà il mondo è sicuramente “IL” logoro cliché, diventare difficile da sopportare. Teorizzato, sezionato e sovraanalizzato a partire dalla seconda metà del XX secolo da autori influenti come Joseph Campbell e Christopher Vogler, il concetto dell’eroe prescelto è francamente invecchiato male.

Questo Prescelto, perno di molte opere fantasy, è ormai un cliché banale. e irritante. Il contadino orfano che si scopre essere il figlio nascosto di questo o quel personaggio importantissimo della lore, o semplicemente quello nato in una sera di eclissi con un oroscopo non disgustoso e profetizzato salvatore del mondo… Troppi film e serie riciclano costantemente questi stessi schemi narrativi. Non c’è bisogno di dire molto di più: Siamo abbastanza sicuri che tu abbia già troppi esempi in mente.

E se ti è piaciuto questo articolo, puoi anche scoprire i nostri precedenti top sui film fantasy che hanno fallito al botteghino ma che hanno urgente bisogno di essere riscoperti (parti 1, 2 e 3), o la nostra selezione Fantasy Le 5 barzellette più grandi da riscoprire o Dark Fantasy: le 10 migliori opere del genere.

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