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La Disney punta gli occhi sul cinema francese

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Anteprima di “Moana 2” all’El Capitan Theatre, Los Angeles, California, 25 novembre 2024. JESSE GRANT / IMMAGINI GETTY TRAMITE AFP

È forse lo straordinario successo teatrale del suo ultimo film d’animazione, Vaiana 2, chi dà le ali alla Disney? Dal suo primo fine settimana di attività, ha attirato quasi 2,3 milioni di spettatori in Francia e ha già incassato 386 milioni di dollari (364,8 milioni di euro) al botteghino mondiale. Il colosso di Burbank (California) passa all’offensiva contro il cinema francese. Un mese fa, Disney e Canal+ hanno concluso la loro partnership, come era previsto. All’1È Da gennaio 2025, gli abbonati a Canal+ non avranno più accesso ai film Disney né alla piattaforma di streaming Disney+. È in questo contesto che il colosso americano sogna di affermarsi sempre di più nell’ecosistema francese.

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Nell’ambito della rinegoziazione in corso della cronologia mediatica – l’ordine in cui i film già proiettati nelle sale vengono poi programmati sui canali a pagamento, in chiaro e poi sulle piattaforme di streaming – i dirigenti Disney Francia puntano chiaramente a una distribuzione molto più favorevole per le loro opere.

Hanno proposto ai rappresentanti dei vari sindacati cinematografici francesi di finanziare molto di più la settima arte, aumentando il loro contributo dagli attuali 13 milioni di euro all’anno a 55 milioni all’anno per tre anni. In cambio chiedono che i film trasmessi su Disney+ non possano più essere trasmessi diciassette mesi dopo la loro uscita nelle sale, come oggi, ma tra sei e nove mesi. Oggi Canal+ è il principale finanziatore del cinema francese (fornisce al settore 200 milioni di euro all’anno) che può trasmettere i suoi film sei mesi dopo la loro uscita nelle sale. Ma rinunciando alla sua trasmissione su TNT, Canal + potrebbe aumentare il ritardo a quindici mesi.

Cattivo segnale

Se le organizzazioni professionali del cinema (BLIC, BLOC, ARP) appoggiassero la proposta della Disney, ciò manderebbe un pessimo segnale al cinema d’animazione francese, che negli ultimi mesi ha subito un grave rallentamento. Dare mano libera alla Disney per aumentare gli abbonati alla sua piattaforma rilasciando l’intero catalogo di film molto prima indebolirebbe necessariamente l’industria francese.

Gli stessi sindacati avrebbero rifiutato di prolungare l’accordo in scadenza a fine anno, proposto da Canal +, con il cinema francese. Tuttavia, il canale criptato suggerisce un accordo su cinque anni e non più su tre. Questa riluttanza potrebbe essere spiegata dall’indagine dell’Autorità garante della concorrenza sulle possibili distorsioni della concorrenza legate a questo accordo. Di conseguenza, Canal+ potrebbe ridurre il suo contributo al cinema francese. E la Disney, la cui ambizione è far brillare Hollywood in tutto il pianeta, avrebbe diritto a un tappeto rosso. Qualunque siano le promesse politiche, l’importanza cardinale dell’eccezione culturale francese è stata ribadita più e più volte.