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Editoriale Côté Brest
Pubblicato il
7 dicembre 2024 alle 10:16
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Bella colonna sonora per l'ultimo film di Emmanuel Courcol, al cinema. Il suo lungometraggio Una fanfara riunisce due fratelli che si incontrano attorno ad un amore comune, quello per la musica. Uno è un direttore d'orchestra di fama mondiale che vive tra due aerei, l'altro è un impiegato della mensa del nord e suona il trombone nella banda del villaggio.
Sulla carta, tutti si oppongono e nessuno dei due è consapevole dell'esistenza dell'altro finché la vita non cambia tono e vacilla.
Una commedia sociale
Sia commedia che dichiarazione sociale, Una fanfara ci ricorda questi film inglesi (Virtuosi, Full Monty, Billy Elliot) dove, stigmatizzando appena, la realtà delle classi disturba mentre l'autenticità unisce. Differenze sociali e culturali così comedisuguaglianza di opportunità sono al centro di questo film dai toni popolari. E cosa c'è di più popolare della musica, che sia di Verdi, Bach, Aznavour o Sardou.
Quando il direttore d'orchestra nota il talento inesplorato di suo fratello, intraprende una crociata per riparare l'ingiusto destino che li ha separati. È il grande accordo tra Benjamin Lavernhe bobo e Pierre Lottin prolo (che fa letteralmente scoppiare lo schermo) a tenere insieme con maestria il film. L'orecchio musicale qui guida geneticamente la determinazione di ogni persona a realizzarsi e salvarsi a vicenda.
Modestia di sentimenti e tenerezza sono così veri che ragionano, l'umorismo da scolaretto unisce, i preconcetti si cancellano ed è un'armonia totale dove archi e fiati diventano un tutt'uno: stupefacente!
Anaïs Briec
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