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“I figli dopo di loro”, “C’era una volta Michel Legrand”, “Limonov, la ballata”…

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Un adattamento riuscito del romanzo di Nicolas Mathieu, un ricco documentario sulla carriera di Michel Legrand, il ritratto romanzato di Limonov, eroica testa calda. Quali film vedere questa settimana (o no)? Ogni mercoledì trovi le nostre recensioni delle ultime uscite cinematografiche.

Paul Kircher in “I loro figli dopo di loro”. Foto Marie-Camille Orlando/Chi-Fou-Mi Productions/Trésor Films/Warner Bros. Immagini

Di Marion Sergent con il dipartimento Cinema

Pubblicato il 3 dicembre 2024 alle 18:00

Aggiornato il 3 dicembre 2024 alle 18:04

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“I loro figli dopo di loro”, di Ludovic e Zoran Boukherma: il nostro preferito

Genere: epico sentimentale. Nell’agosto del 1992, in una remota valle dell’Est, il quattordicenne Anthony si annoiava. Fino a quando non ha incontrato Stéphanie. L’amore a prima vista è immediato. Nel corso di quattro estati, seguiamo la storia d’amore di giovani lorenesi, segnata dalla violenza e dal determinismo sociale. Un adattamento riuscito del romanzo di Nicolas Mathieu.

“Attraversando Istanbul”, di Levan Akin

Genere: racconto iniziatico. Alla ricerca della nipote trans, cacciata dalla famiglia, una pensionata, aiutata da un ragazzo, esplora Istanbul. La scoperta di un mondo sconosciuto è al centro di questo film avventuroso, che emoziona la megalopoli dove Europa e Asia si incontrano, ma anche, qui, storie familiari e storie molto separate.

“100.000.000.000.000” (Centomila miliardi), di Virgil Vernier

Genere: spleen urbano. Monaco, vigilia di Natale. Un giovane escort vede la sua triste esistenza sconvolta dall’incontro con un’intrigante bambina, la figlia di un miliardario cinese. Il regista esamina con delicatezza il vagabondare di questo placido giovane in mezzo ad una galleria di personaggi incongrui.

“Limonov, la ballade”, di Kirill Serebrennikov

Genere: testa calda. Operaio, scrittore, stilista, attivista, punk, comunista, fascista. Un cattivo ragazzo con fegato, tale era Edward Limonov. Il film ci porta sulle orme di un mascalzone eroico e provocatorio, che lasciò l’URSS assetato di tutti i piaceri.

“Wicked”, di Jon M. Chu

Genere: commedia musicale. Wicked racconta la genesi del dissidio tra la strega del Sud e quella dell’Ovest Mago di Oz (1939), in uno scenario di cartone multicolore in cui gli animali sono dotati di parola… ed è un successo. L’intrattenimento ultra pop offre un duo di interpreti giocosi e virtuosi (Ariana Grande e Cynthia Erivo).

“Conclave”, d’Edward Berger

Tipo: paranoico. Come conclave notevole, ricordiamo quello diabbiamo papà di Nanni Moretti. Il personaggio principale ha qualcosa in comune – un serio dubbio sulla sua fede e sulla sua funzione – con il divino papa interpretato da Michel Piccoli. Il film appartiene tuttavia a un genere molto diverso: quello del thriller avvincente.

“Le vite degli uomini infami”, di Marianne Pistone e Gilles Deroo

Genere: ritratto di un “mascalzone”. Regno di Francia, all’inizio del XVIII secolo. Un uomo dalla personalità insolita viene condannato all’internamento in un ospedale psichiatrico. Servito da attori non professionisti, un film crudo e insolito.

“Un paese di resistenza”, de Shu Aiello et Catherine Catella

Tipo: pietra nel bagagliaio. Focus su un paese della Calabria che aveva fatto dell’accoglienza dei migranti il ​​suo futuro fino all’ondata populista che ha flagellato l’Europa. Otto anni dopo aver raccontato la rinascita del villaggio, i due registi tornarono lì per filmare la Resistenza.

“Marmaille”, di Grégory Lucilly

Genere: odissea fraterna. Riunione. Brutalmente cacciati dalla madre, un adolescente e sua sorella devono superare questo trauma per cercare di ricostruirsi. Un primo film toccante, in Reunion Creole.

“C’era una volta Michel Legrand”, di David Hertzog Dessites

Genere: omaggio. Questo documentario ricco di testimonianze ripercorre con passione la carriera di questo musicista, cantante, compositore, arrangiatore, vero virtuoso che non ha mai smesso di spingersi oltre i confini della sua arte.

“Shambhala, il regno dei cieli”, di Min Bahadur Bham

Genere: alta quota. Nell’Himalaya tibetano, una giovane donna che cerca di smentire una voce offensiva vede la ricerca della verità trasformarsi in scoperta di sé.

“Daddio”, di Christy Hall

Tipo: appuntamento fallito. Una giovane donna salta su un taxi dopo essere arrivata a New York. L’autista avvia una conversazione inaspettata con il suo passeggero su argomenti delicati come l’amore, la perdita, il sesso e le dinamiche di potere nelle relazioni. Ultra classico, per non dire retrogrado.

“Niko la piccola renna, missione Babbo Natale”, di Kari Juusonen e Jørgen Lerdam

Genere: aspettare. Niko lascia la sua famiglia per cercare di diventare un membro della squadra di renne volanti di Babbo Natale e lì incontra Stella, una giovane renna talentuosa. Quando la slitta di Babbo Natale scompare, Niko e i suoi amici si dirigono verso il nord ghiacciato per trovarlo in tempo e salvare il Natale.

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