L’autrice di questa lettera condivide il disagio provato guardando l’intervista ai realizzatori del documentario Alfa nello spettacolo Tutti ne parlano dal 10 novembre.
Inserito alle 17:30
Elisabetta Lemay
Autore dei libri Daddy Issues e The Summer of Anger pubblicati da Editions du Boréal
Durante l’intervista di ieri a Tutti ne parlano in trio con il regista del documentario Alfaspecialista in questioni di femminismo e mascolinità e rappresentante di questa visione retrograda, l’attenzione di tutti si è concentrata maggiormente su quest’ultima per farlo ragionare. Come previsto, è stato un fallimento, ma il problema era altrove. Questo momento di goffa televisione è stato ancora più catastrofico di quanto temessimo.
Nonostante il malcontento del pubblico, l’emittente ha insistito per invitare un maschilista sostenendo che le donne non sono uguali agli uomini in termini di competenze e capacità. Inizialmente, il regista Simon Coutu doveva essere accompagnato non da uno, ma da due personaggi del suo documentario. Radio-Canada non ha avuto altra scelta che aggiungere un esperto per bilanciare il tutto.
Ascoltando l’intervista è stato facile capirne il motivo Tutti ne parlano voleva far loro spazio. La presenza dell’uomo di Cro-Magnon seppellì un’altra conversazione.
Télé-Québec ha scelto di trasmettere un trailer facendoci dubitare dell’obiettivo del documentario. Ascoltandolo, nessuno sapeva se volesse promuovere questo modo di pensare o denunciarlo. La risposta sembra essere nessuna delle due.
Senza mai interrogare il regista sullo scandalo legato all’uscita del documentario, il conduttore Guy A. Lepage ha invece elogiato il numero di visualizzazioni del trailer. Nel nostro salotto volevamo tutti gridare che sì, certo, abbiamo ascoltato questo trailer a ripetizione, perché ci faceva impazzire.
Il conduttore ha lasciato intendere che Télé-Québec e il regista del documentario sono stati colti di sorpresa da questa tempesta mediatica. Secondo me è assurdo lanciare nell’universo questo trailer inventato per seminare polemiche e dire che sei sorpreso dall’attenzione.
È difficile non collegare questa intervista al fatto a cui stanno lavorando anche il regista e il team di produzione del documentario Tutti ne parlano. Questa informazione avrebbe dovuto essere menzionata come minimo.1
Non ho visto Alfa ed eviterò questa tortura. Da parte mia, è stato sufficiente sentire il suo direttore affermare che non voleva in alcun modo denunciare il movimento che stava mettendo in luce. La neutralità giornalistica ha i suoi limiti. Per un tema così delicato come l’aumento dell’odio nei confronti delle donne, abbiamo il diritto di avere un trattamento dell’informazione che vada oltre l’esposizione della loro visione del mondo di un’altra epoca. Grazie, ma sappiamo che esistono questi uomini che odiano le donne. E probabilmente lo sappiamo molto meglio di te.
1. Leggi la rubrica di Hugo Dumas “Edition en tension de Tutti ne parlano »
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