Durante una scena di Gladiatore II (VF), un prigioniero dice all’imperatore che preferirebbe essere torturato, piuttosto che doverlo ascoltare di più. Sfortunatamente, ci sono diversi momenti nel corso di questo sequel del successo premio Oscar per il miglior film, in cui abbiamo gli stessi pensieri nella stanza. Ridley Scott è tornato al timone per quello che si rivelerà non un fallimento, ma una delusione.
L’inquadratura iniziale di Gladiatoredove la mano di Russell Crowe (Oscar come miglior attore) tocca il grano in un campo, è diventata iconica sin dall’uscita del film nel 2000. Tanto che la vista della mano di Paul Mescal in una ciotola piena di chicchi di grano allo inizio di Gladiatore IIsegna simbolicamente il passare del tempo legando immediatamente i loro due personaggi. Non diremo come, anche se è ovvio.
Ad ogni modo, è una delle poche buone idee visive in questo sequel. Un seguito che, purtroppo, punta troppo su scene che riproducono momenti equivalenti dell’originale, costringendo così ad un confronto a svantaggio della nuova produzione. Un esempio tra gli altri: il discorso motivazionale dell’eroe ai suoi fratelli gladiatori, galvanizzante Gladiatoreinsignificante in Gladiatore II.
Scritto da David Scarpa, che ha scritto per Ridley Scott Tutti i soldi del mondo (Tutti i soldi del mondo) et Napoleonenon esattamente i migliori film del brillante ma discontinuo cineasta, Gladiatore II inizia, come il suo predecessore, con un’imponente sequenza di battaglia guidata da un generale che pensa solo a ritirarsi con la sua gente: Marcus (Pedro Pascal). Durante detta battaglia, il suo cammino incrocerà tragicamente quello di Lucius (Paul Mescal).
Lucius si ritrova presto prigioniero e poi gladiatore per conto dell’ambizioso Macrinus (Denzel Washington), che cerca di avvicinarsi agli imperatori gemelli Geta (Joseph Quinn) e Caracala (Fred Hechinger). Diversi personaggi dell’originale ritornano, tra cui Lucilla (Connie Nielsen), figlia del defunto imperatore Marco Aurelio, che sognava di restituire Roma al popolo. Questo vecchio sogno sarà ripreso da Lucius.
Coincidenze e melodramma
Breve, Gladiatore II prova, ancora come l’originale, ad alternare giochi dietro le quinte e giochi nell’arena. Stavolta, però, l’equilibrio non c’è. La colpa sta in parte in tali dialoghi, sovrabbondanti e tutt’altro che trascendenti, ma anche in un contenuto narrativo molto più melodrammatico, e basato su coincidenze piuttosto improbabili.
Anche la direzione di Scott non sempre aiuta. Da diversi anni ormai, il direttore diAlieno et Blade Runner notoriamente gira con più telecamere contemporaneamente, il che aumenta notevolmente il materiale visivo a sua disposizione in seguito.
Il problema è che a volte, come in Casa Gucci (La saga Gucci) e ora Gladiatore IIil risultato è una sequenza di inquadrature alquanto casuale: cerchiamo invano il punto di vista e l’intenzione. Qui il ritmo iperattivo favorito è spesso in contrasto con il contenuto dell’azione. È come se il cineasta si stancasse di ogni immagine appena apparsa e la scacciasse a favore di un’altra: è difficile percepire sullo schermo un budget compreso tra 250 e 310 milioni di dollari, perché niente o quasi ha avuto il tempo di imprimersi. sulla retina.
Ciò colpisce particolarmente quando ci prendiamo la briga di rivisitare il primo film, dove la durata media delle riprese è più lunga senza che il ritmo ne risenta. Frenetico, il seguito è privo della maestosità dell’originale.
Splendido Denzel Washington
Nel ruolo principale, Paul Mescal, un attore estremamente dotato come ha dimostrato in Dopo il sole (Sotto il sole) et Tutti noi sconosciuti (Senza mai conoscerci), non riesce a farci dimenticare Russell Crowe (che rivediamo qua e là in brevi estratti del primo film, il che non aiuta). Il gioco di Mescal è insolitamente monolitico.
Un tempo influente eminenza grigia, Lucilla è ora ridotta alle funzioni più tradizionali di madre e moglie. In questa rilettura del ruolo poco ispirata e, senza dubbio per l’attrice, poco entusiasmante, Connie Nielsen, sebbene bravissima in 2000, sembra talvolta aver studiato recitazione con Criquette Rockwell.
Come coppie di imperatori sadici, Joseph Quinn e Fred Hechinger offrono caricature che dapprima distraggono, poi stancano.
In un controesempio di stravaganza controllata, Denzel Washington ruba la scena come intrigante manipolatore. L’immenso attore è splendido. Inoltre, il suo personaggio meritava un’uscita migliore di quella messa in scena in modo goffo e poco spettacolare che il film gli ha riservato.
Rimangono alcuni momenti davvero epici, come forse solo Ridley Scott sa ancora offrire, come la riproduzione di un combattimento navale nell’arena, con nientemeno che gli squali.
Se dobbiamo credere al cineasta, una terza opera è già allo studio. Spero che questo sia più ispirato.
Il film Gladiatore II uscirà nei cinema il 22 novembre.
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