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un documentario per comprendere l’infanticidio femminile

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Immagine tratta dal documentario “Mothers in Life”, di Sofia Fischer. SIGNORA DEL CUORE 2024

ARTE – MERCOLEDI 9 OTTOBRE ORE 22:55 – DOCUMENTARIO

Secondo una nota bianca del Ministero degli Interni del luglio 2022, in Francia una donna uccide suo figlio ogni dieci giorni. Questa statistica ha attirato l’attenzione della regista Sofia Fischer, che ha iniziato consultando i verbali delle audizioni: “Non avevo scelta” era la frase che veniva fuori più spesso. Poi ha scritto alle donne che hanno commesso infanticidio in carcere, alle loro famiglie, ai loro avvocati, per sollecitare le loro testimonianze, con un impegno: “Se ti fidi di me con la tua parola, prometto che me ne occuperò. » Ha realizzato un film, il suo primo, che mette in luce i punti comuni di questi tragici viaggi. “Per aiutare coloro per i quali non è troppo tardi”ha detto.

Vengono presentate tre testimonianze, a cominciare da quella di Blanche e Alexia, rispettivamente madre e sorella di Hélène, che uccise il figlio di 4 anni, prima di suicidarsi. Hélène era depressa, ma non lo dava a vedere, assicurano le due donne, riprese a casa loro. Questo è un primo punto comune ai tre racconti. Seguiranno violenza, presenza di un uomo, sentimento di impunità maschile e solitudine.

Il regista si prende il tempo necessario perché la parola venga liberata: Blanche e Alexia tornano così dettagliatamente al giorno della tragedia e al brutale annuncio da parte della polizia – “Tua figlia ha ucciso suo figlio”…La madre è offesa. Sarà meno loquace più tardi, quando Alexia parlerà del contatto del padre.

Difetti del sistema

Per Jean-Guillaume Le Mintier, avvocato del foro di Rennes, “È più rassicurante per la società etichettare queste donne come mostri piuttosto che cercare di capire”. Il dottor Mathieu Lacambre, psichiatra, capo del dipartimento dell’Ospedale Universitario di Montpellier, permetterà a tutti di vedere le cose più chiaramente: «Essendo madre non puoi liberartene, e più le ingiunzioni ci sono, più la madre si sente messa alle strette, imprigionata, al punto da considerare solo una soluzione finale. »

Durante la narrazione, l’attrice Laure Calamy legge alcuni estratti della lettera di Cécile, dieci pagine inviate dal carcere al regista: “Cara Sofia, (…) Non ti svegli una mattina e dici a te stesso che ucciderai tuo figlio…” La forte intonazione appesantisce la storia, che per il resto si muove con sincerità e rivela i difetti della polizia e del sistema legale.

Leggi la storia (2016) | Apertura del processo contro una madre infanticida a Saint-Omer

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Terza a testimoniare, Christelle viene filmata da dietro. Nonostante il calvario che questo rappresenta visibilmente per lei, racconterà come, a 18 anni, fosse madre “forte e disponibile” di due figlie, è cambiata quando ha visto crescere la sua primogenita. Con, come climax, una sequenza ininterrotta di oltre sei minuti, che inizia con: “Mio padre ha bussato alla porta. Mi sono aperto come ti apri a tuo padre. Pensavo che mi avrebbe chiesto perdono. »

Implicitamente, questi drammi evidenziano il peso che grava su ogni madre. La società chiede loro troppo? “Vasto dibattito”detto Me Frédérique Baulieu, avvocato del foro di Parigi. Sotto pressione, quelli più fragili si rompono.

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“Le mamme mi dicono regolarmente: a volte vorrei buttarlo dalla finestra. E’ normale, ed è bene verbalizzarloafferma tranquillamente il dottor Lacambre. Invece non dire niente, vergognati e affacciati alla finestra per vedere quanto sei alto da terra…”

Madri nella vitadocumentario di Sofia Fischer (Fr., Bel., 2024, 70 min). Su Arte.tv fino all’8 dicembre.

Caterina Pacari

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