Il grande ritorno di Mel Gibson dietro la macchina da presa e un film shock su Bruxelles (VIDEO)

Il grande ritorno di Mel Gibson dietro la macchina da presa e un film shock su Bruxelles (VIDEO)
Il grande ritorno di Mel Gibson dietro la macchina da presa e un film shock su Bruxelles (VIDEO)
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Per un’ora e mezza, il tempo (quasi) reale del volo, Mel Gibson moltiplica le inquietanti rivelazioni sui protagonisti, i colpi di scena e le situazioni che sembrano irrisolvibili. Un’ondata di eventi pensati per mettere i nervi a fior di pelle e mantenere una tensione permanente. Risultato: nonostante una certa pesantezza (i personaggi sono abbastanza tipici e Mark Wahlberg non esita a esagerare), questo thriller funziona a meraviglia e sta bene sulla sedia.

Una bellissima sorpresa, mozzafiato e spettacolare nonostante i mezzi limitati, da scoprire per emozionare con piacere.

BXL: il razzismo al centro della vita di Bruxelles

Lo slogan dice tutto: “Una città, due fratelli, un sogno”. Quella di… lasciare la capitale. A 27 anni Tarek riceve finalmente l’occasione che aspettava da tempo: potersi allenare negli USA per diventare un campione di MMA. Un’occasione per lasciare un lavoro insignificante dove gli è consentito solo montare scatole, ma anche questa città dove viene costantemente fermato dalla polizia proprio a causa delle sue origini. Il suo fratellino Fouad, impegnato nell’insegnamento dell’olandese, ha un solo desiderio: seguirlo. Ma tutto si interrompe a causa dei problemi del visto.

Dietro la macchina da presa, i fratelli Monier e Ish Ait Hamou tracciano evidenti paralleli con alcuni drammi che hanno segnato Bruxelles negli ultimi anni (come la morte del giovane Mehdi, in particolare), per denunciare il razzismo contro alcuni dei suoi residenti. Tarek parla francese e olandese, fa di tutto per aiutare la sua famiglia, respinge i predicatori che cercano di arruolare adolescenti in Siria e cerca con tutti i mezzi di evitare problemi, ma si imbatte sistematicamente nello “sporco crimine”.

Molti giovani provenienti da ambienti immigrati rischiano di ritrovarsi in questo ritratto, mentre la polizia lo definirà una cruda caricatura (ad esempio durante una rissa con Tarek in un parcheggio, alle 5 del mattino). Riconosciamo molti luoghi emblematici di Bruxelles, ma il film non ti fa venir voglia di viverci.

Emerge quindi da BXL un’impressione mista, una disperazione che nulla sembra poter colmare, un sentimento di profonda ingiustizia. Questo film militante purtroppo è privo di sfumature: tutti i torti sono dalla stessa parte, gli insuccessi della vita quotidiana vengono attribuiti al razzismo ordinario. Una denuncia al vetriolo in cui i personaggi, pur magnificamente descritti all’inizio, vengono purtroppo sacrificati, ridotti progressivamente allo stato di simboli. Il film ha il merito di svelare un’altra realtà della cronaca, ma si accontenta di una constatazione triste, senza prospettiva per il futuro: la vita gira in tondo, come una lavatrice. È deprimente. Potrebbe tuttavia riorientare il dibattito, dato che l’immigrazione è al centro del discorso dell’estrema destra, in forte crescita quasi ovunque in Europa.

Jane Austen mi ha rovinato la vita: una donna francese ama lo stile italiano in Inghilterra

Lo dice lei stessa: Agathe sarebbe dovuta nascere nel XIX secolo. Incapace di stringere altro che un rapporto di amicizia con Félix, il suo collega libraio, trascorre le sue giornate leggendo o scrivendo storie scollegate dalla vita quotidiana, senza mai finirle. Fino al giorno in cui riceve un invito dalla Jane Austen Residency, dopo che la sua amica ha avuto la buona idea di inviarle l’inizio di una storia che ha scritto dopo aver bevuto sakè da sola in un ristorante giapponese.

Autofobico, è Félix a portarla sulla nave per l’Inghilterra, mentre canta a squarciagola “Je t’aime à l’italienne” di Frédéric François. Ma sul posto, accolto con grande calma e distanza da Oliver, il pronipote molto britannico di Jane Austen (la sua autrice preferita), l’ispirazione non c’è quasi.

Su queste insolite basi, la regista e sceneggiatrice Laura Piani è riuscita a costruire una commedia romantica fuori dai codici tradizionali, mescolando gioia di vivere francese, umorismo britannico e amore italiano. Mentre i tre protagonisti principali (magnificamente interpretati da Camille Rutherford, Pablo Pauly e Charlie Anson) rimangono bloccati nei loro sentimenti e nelle loro paure, intorno a loro, i personaggi secondari portano piacevoli tocchi di follia e un sapore che ricorda, a tratti, Quattro matrimoni e un funerale O Il discreto. Non succede assolutamente nulla eppure prevale sempre il piacere, grazie a dialoghi pieni di sapore (“Questo è un approccio diretto”(dichiara Oliver calmo, senza batter ciglio, quando Agathe arriva nuda nella stanza attigua alla sua, pensando che fosse il bagno), distillata con una sobrietà in totale contrasto con l’imbarazzo provato.

Una deliziosa fuga un po’ fuori dal tempo.

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