Un intrattenimento semplice, che sembra scritto in una sera da un preadolescente con il nobile intento di tutelare lo spirito del Natale…
Lo scenario di Nome in codice Rosso (Versione francese di Rosso Uno) è stato scritto dal prolifico Chris Morgan, al quale dobbiamo la maggior parte degli episodi della sempre più incredibile saga Il veloce e il furioso dal sempre più apprezzato Tokyo Drift.
E lo si percepisce nei più piccoli dettagli della narrazione di questo film di Natale muscoloso e adrenalinico: gadget improbabili, combattimenti, guerra di ego, bellissima storia familiare, inseguimenti in giro per il mondo, personaggio che si lancia nell’inevitabile “one last ride” a una volta o l’altra…
Ora prendiamo questa storia del rapimento di Babbo Natale il 23 dicembre, poi aggiungiamo Dominic Toretto e la sua banda per salvare il Natale invece del mondo intero. Dwayne Johnson avrebbe potuto anche semplicemente riprendere il suo personaggio di Hobbs per questo improbabile viaggio al Polo Nord.
Certamente uno scenario del genere avrebbe reso l’espressione del tutto obsoleta «salta lo squalo». Ma la franchezza ha da tempo dimostrato che nemmeno il ridicolo può superarla.
Ma ehi, Nome in codice Rosso non lo è «Il digiuno e i Krampus»…
Qual è il valore di ciò che ci viene effettivamente offerto, chiedi? Non sono i grandi carri armati (scusate!), ma regge abbastanza (scusate ancora!) come fantasiosa commedia d’azione che sguazza senza ritegno in effetti digitali più o meno di buona qualità, ma riserva anche qualche passaggio più gioioso che sembra appartengono ad un’altra epoca.
Qui accompagniamo Callum Drift (Dwayne Johnson), il capo della guardia del corpo di un San Nicola in forma spettacolare (JK Simmons), mentre deve allearsi con il criminale Jack O’Malley (Chris Evans), che, inconsapevolmente, ha permesso un forza sconosciuta per infiltrarsi nel Polo Nord e mettere le mani su Babbo Natale.
Il problema principale di Nome in codice Rossoè che se riesce ancora a difendere le sue ragioni in nome della speranza e della magia del Natale, per quanto riguarda la magia del cinema la storia è completamente diversa.
A questo punto, abbiamo visto renne, elfi, il Polo Nord e la slitta di Babbo Natale ricreati digitalmente in ogni modo immaginabile. Quindi ci sarebbe voluto qualcosa in più per sorprenderci e stupirci. Soprattutto perché Morgan e il regista Jake Kasdan non offrono nulla di molto originale per abbellire e migliorare anche un po’ la confezione.
Come al solito, Morgan qui cerca di tirare fuori quanti più conigli possibile dal cappello in due ore. Per una durata di 123 minuti, Nome in codice Rosso Tuttavia, finisce per diventare ridondante, oltre a seguire un ritmo troppo spesso carente.
Alcune sequenze avrebbero beneficiato di essere più concise, mentre altre avrebbero potuto essere spinte un po’ oltre. Per ogni viaggio nel regno oscuro di Krampus, ci viene offerta una battaglia con colossi di neve digitali che è tutt’altro che esilarante.
L’idea migliore del film è senza dubbio quella di aver scelto Kiernan Shipka per il ruolo di un famigerato cattivo che ha preso appunti dal piano di gioco di Thanos, nonché dall’attuale clima socio-politico. Nome in codice Rosso ci ricorda tuttavia che non dobbiamo mai perdere la speranza e lasciarci divorare dal cinismo. Stranamente, il lungometraggio arriva nelle sale esattamente dieci giorni dopo le ultime elezioni presidenziali americane…
Nome in codice Rosso si presenta come un semplice intrattenimento, sembra essere stato scritto in una sera da un preadolescente con il nobile intento di proteggere lo spirito del Natale… con l’aiuto di Dwayne Johnson e un braccialetto magico.
In tutta onestà, probabilmente non potevamo aspettarci di più neanche noi.
Per lo meno, il film di Jake Kasdan è un buon modo per prendersi una pausa tanto necessaria dalla gocciolante insulsità del catalogo Hallmark. Tuttavia, sarebbe sorprendente da vedere Nome in codice Rosso troverà il suo posto tra i classici intramontabili delle vacanze per gli anni a venire.