perché devi assolutamente vedere il film di Mélanie Laurent con Lucas Bravo (Emily a Parigi)

perché devi assolutamente vedere il film di Mélanie Laurent con Lucas Bravo (Emily a Parigi)
perché devi assolutamente vedere il film di Mélanie Laurent con Lucas Bravo (Emily a Parigi)
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“A quanto pare sono un grande fan dello scrittore Philippe Jaenada. Aspetto sempre con ansia il suo prossimo libro. Dieci anni fa, questo ‘prossimo libro’ si chiamava Sulak. Mi sono tuffato nella storia di Bruno, cosa che non ho fatto. Non lo so affatto. […]. Leggendo Sulak, era difficile non immaginare un film”. Nella cartella stampa, Mélanie Laurent ritorna alla genesi di Liberoil suo ultimo lungometraggio con Lucas Bravo nel ruolo principale, disponibile venerdì 1 novembre 2024 su Prime Video. Colui che è diventato noto a livello internazionale grazie al ruolo di Gabriel in Emily a Parigi questa volta veste i panni di Bruno Sulak, un ladro gentiluomo che attacca solo supermercati e gioiellerie. Senza mai ricorrere alla violenza, nonostante l’uso delle armi e del serflex per dissuadere e neutralizzare i testimoni, riesce sempre a portare a termine le sue operazioni senza incidenti. Ma quando hai la polizia alle calcagna (interpretata qui da Yvan Attal), è difficile avere giorni felici…

La vera storia di Bruno Sulak raccontata in Libero

Con Bruno Sulak, Lucas Bravo affronta un registro leggermente diverso da quello a cui è ormai abituato. È un ribelle carismatico, affamato di soldi facili, giustizia sociale e soprattutto libertà. Immagina Robin Hood, che ruba ai ricchi per restituire ai poveri. E poiché la carità ben ordinata inizia da se stessi… Mélanie Laurent traspone sullo schermo la vita di un vero rapinatore di nome Bruno Sulak, noto soprattutto per le sue incredibili fughe e i suoi incontri con la polizia. Morto a 29 anni in circostanze ancora oggi torbide, la sua specialità, dopo aver disertato la Legione, era quella di rapinare i supermercati. Viene poi condannato numerose volte, prima di scappare con sempre più inventiva. Una volta segò le sbarre della sua cella. Un’altra volta, i complici sono venuti a liberarlo mentre era sorvegliato da diversi gendarmi su un treno. Il suo ultimo tentativo di fuga, però, non va molto bene. Nonostante tutte queste imprese criminali e le sue scappatelle, Bruno Sulak è un nome poco conosciuto, poiché le azioni non violente (e ovviamente altamente illegali) del rapinatore non sono passate alla storia. “Tuttavia era il nemico pubblico numero uno, era su tutti i telegiornali. Abbiamo parlato molto di lui allora, ma non è qualcuno che la storia abbia ricordato. Non ricordiamo i ‘bravi ragazzi'”confida Mélanie Laurent per la cartella stampa. Un parametro che sta per cambiare grazie a questo film Prime Video, al crocevia tra fiction, biopic e film amico.

Perché dovresti guardare Liberodi Mélanie Laurent, su Prime Video?

Mélanie Laurent, che aveva già raccontato l’altra faccia della vita da bandito Ladricon Adèle Exarchopoulos e se stessa, questa volta mitizza Sulak (e lo introduce nella cultura popolare) in un’opera che descrive con un ritmo sostenuto e costumi elaborati la realtà dell’esistenza di quest’uomo che viveva ai margini negli anni ’80 può criticare la rinascita di opere di narrativa dedicate a manipolatori, serial killer e altri MostriMélanie Laurent riesce nell’impresa di proporre un film dall’estetica molto soddisfacente e solare, senza glorificare le azioni di questo recidivo. Il lungometraggio si distingue per il suo realismo, una sceneggiatura efficace senza tempi morti e una serie di giovani attori abbastanza convincenti nei loro diversi ruoli. La giovane Léa Luce Busato, al suo debutto cinematografico, seduce con il suo broncio imbronciato e la sua interpretazione rilassata del personaggio di Annie, l’amante paralizzata di Bruno, che ha varcato la barriera dell’illegalità per seguirlo. Attraverso questa coppia atipica dal punto di vista morale, il regista mostra la passione divorante, quella che molti di noi sognano, senza la prigione. E attraverso le azioni di Bruno e dei suoi complici, fotografa la situazione politica dell’epoca. Un film un po’ impegnato, ma soprattutto molto coinvolgente, che si lascia guardare senza dispiacere o sensi di colpa.

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