CSi tratta di un tema finora in gran parte tabù, che l’Osservatorio sull’immigrazione e la demografia (OID) ha portato alla luce. In una nota pubblicata in esclusiva Il puntointitolato “Asilo, una rotta d’immigrazione fuori controllo”, il think tank documenta appunto, dopo mesi di ricerche e studi, la portata e le cause della deriva del regime d’asilo in Francia.
Tutte le sere dalle 18:00
Ricevi le informazioni analizzate e decifrate dalla redazione di Point.
Grazie!
La tua registrazione è stata presa in considerazione con l’indirizzo email:
Per scoprire tutte le altre nostre newsletter, vai qui: MyAccount
Registrandoti accetti le condizioni generali d’uso e la nostra politica di riservatezza.
Secondo i dati del rapporto di attività 2023 di Ofpra, oggi sono quasi 600.000 le persone che beneficiano direttamente del diritto di asilo, ovvero più del 10% della popolazione straniera registrata nel Paese. Frutto di un’esplosione di prime domande di asilo ricevute in Francia, aumentate del 245% tra il 2009 e il 2023. Di pari passo con una definizione sempre più espansiva delle condizioni che permettono di beneficiare dell’asilo, sottoposte a controlli sempre meno numerosi. meno nelle mani delle autorità pubbliche.
Il diritto di asilo infatti non è soggetto ad alcun limite quantitativoNicolas Pouvreau-Monti
“Il diritto d’asilo è oggi il canale d’immigrazione sul quale gli Stati hanno meno controllo”, sottolinea Nicolas Pouvreau-Monti, direttore dell’OID. È governato “a monte” da importanti trattati generali a partire dalla Convenzione di Ginevra del 1951 e “a valle” dall’interpretazione estensiva fatta di questi trattati da attori privi di legittimazione democratica diretta, in particolare i giudici amministrativi. » Basandosi sulla lettera della Convenzione di Ginevra, del suo Protocollo di New York, dei trattati europei, anche e soprattutto, della giurisprudenza sia della Corte di Giustizia dell’Unione (CGUE) che dell’Ofpra o della Corte Nazionale d’Asilo (CNDA ), l’Osservatorio è riuscito a stimare il numero di persone, in tutto il mondo, paese per paese, che potrebbero legittimamente chiedere protezione alla Francia in base alle condizioni dell’asilo.
Secondo l’OID, il numero di potenziali beneficiari è 1.000 volte superiore al numero degli attuali beneficiari di asilo in Francia. Vale a dire 580 milioni di persone – secondo una fascia bassa – senza alcuna tutela che, nello stato di diritto, possa opporsi ad essi, insiste Nicolas Pouvreau-Monti: “Il diritto d’asilo infatti non è soggetto a senza alcun limite quantitativo, né complessivo, né per paese, né di flusso, né di stock. Non appena un individuo soddisfa i criteri per l’asilo e riesce a presentare una domanda – che generalmente richiede di raggiungere il territorio francese – beneficerà dell’asilo. La nostra legislazione non prevede nulla per far fronte ad un afflusso non assorbibile. »
Inizialmente immaginato come un diritto destinato “a un numero limitato di intellettuali”, secondo le parole dell’ex ministro degli Esteri Maurice Couve de Murville, il diritto d’asilo ha visto progressivamente i suoi tre criteri di definizione diventare oggetto di un’interpretazione estensiva. La nozione di “persecuzione” è stata gradualmente estesa alla violenza di genere e legata al sesso. La nozione di “gruppo sociale” è stata assunta nella sua più ampia accezione dalla giurisprudenza. Pertanto le “donne” o gli “omosessuali” rischiano ora di essere considerati un gruppo sociale in quanto tale perseguitato. Infine, la nozione di “agente di persecuzione” si è evoluta fino a comprendere anche gruppi non statali, o anche semplici privati…
È così che la Corte di giustizia dell’Unione europea ha potuto giudicare lo scorso luglio che “la situazione delle donne sotto il nuovo regime talebano giustifica, di per sé, il loro riconoscimento come rifugiate”. Oppure la CNDA per garantire, nel novembre 2023, che le persone omosessuali che costituiscono in Birmania un gruppo sociale esposto a persecuzioni, abbiano tutte il diritto di rivendicare lo status di rifugiato… E questo, senza che né le autorità governative né la rappresentanza nazionale possano opporsi al controllo democratico. “Ofpra è un’agenzia dotata di indipendenza funzionale, alla quale il Ministero degli Interni ha scelto di affidare la politica di asilo, senza alcuna garanzia di coerenza con la politica migratoria”, sottolinea Nicolas Pouvreau-Monti. Lo stesso tipo di osservazione vale, purtroppo, per la CNDA: l’esistenza di una giurisdizione specializzata comporta una certa porosità tra il suo personale e il mondo associativo. Per non parlare del fatto che l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati nomina giudici assessori, che tendono a sostenere la visione massimalista dell’asilo. »
” Decidere di uscire “
Da scoprire
Canguro del giorno
Risposta
Tra le soluzioni raccomandate dall’Osservatorio sull’immigrazione e la demografia c’è il ritorno al governo del potere di determinare la lista dei Paesi terzi sicuri attualmente spettante all’Ofpra; il rifiuto di qualsiasi richiesta di asilo da parte di un richiedente che è già stato rifiutato in un altro Stato membro dell’Unione Europea; rendere meno attraente lo status di richiedente asilo limitando gli aiuti finanziari e orientandosi verso l’esternalizzazione del trattamento delle domande al di fuori della Francia continentale. L’idea, anche se ampiamente difesa dalla destra, di far presentare le domande di asilo nel Paese di origine è scartata dall’Osservatorio. Ciò porterebbe, secondo lui, ad un aumento meccanico della domanda effettiva di protezione internazionale rivolta alla Francia.
“In modo più strutturale, sono le basi dell’attuale sistema di asilo che meritano di essere riesaminate”, difende Nicolas Pouvreau-Monti. La Convenzione di Ginevra del 1951 e il suo corollario, il Protocollo di New York del 1967, non sono assolutamente più adatti alla portata dei fenomeni migratori contemporanei. Essi devono essere denunciati con atto politico non soggetto a ricorso da parte del Presidente della Repubblica. Tale iniziativa implicherebbe anche la negoziazione di un “opt-out” sulla politica europea di asilo, dal momento che il diritto europeo ha internalizzato le disposizioni della Convenzione di Ginevra. » Un approccio, se fosse avviato dalla Francia, che sarebbe presto imitato da numerosi altri paesi europei, afferma l’Osservatorio sull’immigrazione e la demografia.
Related News :