Alexandre de Moraes, giudice della Corte Suprema brasiliana, giovedì ha respinto la richiesta di restituzione del passaporto dell’ex presidente Jair Bolsonaro. La decisione impedisce al leader di estrema destra di lasciare il Paese per partecipare lunedì a Washington all’inaugurazione di Donald Trump, un evento che ha descritto con entusiasmo in un’intervista al New York Times come una celebrazione “della più importante del mondo.
A Jair Bolsonaro è stato vietato di lasciare il Paese dal febbraio 2024. Il suo passaporto è stato confiscato durante un’operazione di polizia legata a un’indagine su un presunto piano di colpo di stato volto a impedire a Luiz Inácio Lula da Silva, suo rivale di sinistra, di riprendere il potere nel gennaio 2023.
Una decisione “irricevibile”.
La difesa di Jair Bolsonaro, citando un invito ufficiale alla cerimonia di Donald Trump, ha definito “inammissibile” la decisione della Corte Suprema. Tuttavia, il giudice Moraes ha sostenuto che esisteva il rischio di fuggire all’estero per sfuggire alla giustizia, giustificando così il suo rifiuto.
Il team di Jair Bolsonaro ha fortemente criticato questa decisione sulla piattaforma X, definendola un segno di indebolimento della posizione internazionale del Brasile. Hanno denunciato anche un “esempio di lawfare”, ovvero l’uso sistematico della giustizia per neutralizzare Jair Bolsonaro come avversario politico. “Questo ci impedisce di affrontarlo alle urne”, hanno aggiunto.
Ineleggibilità fino al 2030
Ineleggibile fino al 2030 per aver diffuso false informazioni sul sistema elettorale brasiliano, Jair Bolsonaro è anche indagato dalla procura per un presunto piano di colpo di stato post-elettorale nel 2022.
Anche se continua a negare tutte le accuse, denunciando “persecuzioni”, il caso potrebbe presto sfociare in procedimenti legali. La difesa ha già annunciato l’intenzione di ricorrere in appello contro questa decisione.
Francia
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