Aurélie Sacchelli, Media365, pubblicato giovedì 9 gennaio 2025 alle 15:16.
In un’intervista con O Jogo, l’ex ciclista portoghese José Azevedo ripercorre i suoi anni al fianco di Lance Armstrong. Assicura di non sapere nulla delle pratiche antidoping dell’americano.
Hanno trascorso due stagioni insieme, all’US Postal nel 2004, poi al Discovery Channel nel 2005. José Azevedo ha vissuto dall’interno gli ultimi due titoli del Tour de France di Lance Armstrong (che poi gli sono stati tolti), e il portoghese, quarto nella classifica generale Tour del 2004 e ora ha 51 anni, ha parlato nelle colonne diIl gioco sulla sua esperienza al fianco del texano, e afferma di non sapere nulla delle pratiche antidoping del suo leader dell’epoca. “Se oggi so che Armstrong ha utilizzato sostanze vietate è perché lo ha detto. Perché non l’ho mai visto. Non sono mai stato molestato all’interno della squadra per l’uso di farmaci che migliorano le prestazioni. Era una cosa che mi sfuggiva completamente. Avevo la mia missione nella squadra, il mio programma, le mie responsabilità. Andavo alle gare e sapevo qual era il mio posto e cosa ci si aspettava da me, per aiutare Armstrong a vincere. Questo era tutto ciò che mi importava. Ho fatto il mio lavoro, sono orgoglioso di quello che ho fatto nella mia carriera. Ciò che è successo, è successo a lui. I corridori sono a casa, è lì che si allenano. Non so cosa stia succedendo agli altri. Posso parlare per me stesso.
Azevedo: “Sono orgoglioso di essere stato compagno di squadra di Armstrong”
José Azevedo, quinto al Giro del 2001 ma anche tre volte nella Top 10 alla Parigi-Nizza, dice di non avere nulla da rimproverare al texano per il suo comportamento da leader. “Non dirò niente di negativo su di lui, perché come persona, come compagno di squadra, per me è stato il migliore. Non si è mai comportato come una star, non ci ha mai mancato di rispetto, ha sempre apprezzato il nostro lavoro. E noi non eravamo lì per obbligo, eravamo pagati per lavorare per lui. E aveva sempre una parola di ringraziamento. Sono orgoglioso della mia carriera ciclistica. Sono fiero di essermi candidato per la ONCE, guidata da Manolo Saiz, anche lui in difficoltà (fu legato al caso Puerto del 2006, ndr). E aver corso per la US Postal e la Discovery, essere compagno di squadra di Armstrong, aver avuto Johan Bruyneel come direttore sportivo.”
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