Nonostante un prolungamento contrattuale firmato a inizio stagione e che durerà fino alla fine del 2026, Sergio Pérez ha lasciato la Red Bull, dove sarà sostituito da Liam Lawson per la prossima stagione. Mentre per la maggior parte degli osservatori la decisione arriva dalla squadra austriaca, che sancirebbe la pessima stagione di Pérez, solo ottavo in un campionato vinto dal compagno di squadra Max Verstappen, il patron della squadra, Christian Horner, ha sostenuto il contrario in un'intervista dato a Sky Sports F1.
« Lo scorso anno è arrivato secondo nel Campionato Mondiale Piloti, ha vinto cinque Gran Premi guidando le nostre vetture. Ma ci ha pensato dopo la stagione e la scorsa settimana abbiamo parlato dei prossimi passi, e lui ha deciso di fare un passo indietro. Siamo tristi nel vederlo lasciare la squadra, ma è chiaro che è tempo per lui di trascorrere del tempo con la sua giovane famiglia e pensare a cosa vuole fare in futuro. »
Un futuro che non passerà quindi attraverso i team del colosso delle bevande energetiche, dal momento che il giovane francese Isack Hadjar accederà alla Formula 1 tramite questo gioco delle sedie musicali, prendendo il posto promesso a Lawson al Racing Bulls. Unirsi al team che serve come passo preparatorio per i giovani piloti nella pipeline della Red Bull non è un'opzione discussa tra le due parti, secondo Horner.
« Penso che nella fase in cui si trova Checo nella sua carriera, quella non sarebbe stata un'opzione. Per lui non è una cosa di cui abbiamo discusso, non ne abbiamo nemmeno parlato. Ha preso la sua decisione e la sosteniamo pienamente. » Una decisione che Horner non considera necessariamente definitiva, come ha potuto indicare nel podcast talkSPORT: “Non mi sorprenderei se Cadillac scegliesse l’esperienza reclutando Sergio (per il 2026, ndr), se desidera prolungare la sua carriera in Formula 1”.
Interrogato sui motivi che hanno spinto il pilota messicano a scendere nella gerarchia dopo il Gran Premio di Miami, il boss britannico ritiene che il lato sempre più “affilato” della RB20 potrebbe spiegare questo declino, dato che Pérez non è riuscito a capire esattamente di cosa avesse bisogno la sua vettura, dal punto di vista della guida ma anche dalle impostazioni specifiche durante ogni fine settimana di gara.
« Penso che sia questo il problema, penso che non ne fosse davvero sicuro. Ovviamente la vettura è diventata più ristretta nella sua finestra di prestazioni e lui ha faticato rispetto a Max. Ma ovviamente con un tale divario di punti tra i due piloti, stava lottando con questo, e questo gli ha messo più pressione, e più ci provi, più sei lento, ed è diventato quasi un circolo vizioso per lui. »
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