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“Rispettiamo la haka ma non abbiamo paura”

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Sostituto contro il Giappone, il centro del Racing 92 troverà un posto da titolare sabato contro i neozelandesi, contro i quali ha registrato gravi sconfitte ma anche due recenti successi.

A Marcoussis

Il suo ruolo da sostituto contro il Giappone

Gaël Fickou: “L’ho vissuto molto bene. Anche se in panchina faceva un po' freddo… (sorride) E' la vita di un gruppo, non possiamo giocare tutte le partite. Ci sono grandi giocatori nella mia posizione che spingono e che hanno talento. Come Emilien (Gailleton), come Yoram (Moefana), come Paul Costes che sono super giocatori. Per me è una buona cosa perché mi mette in difficoltà ed è quello che serve per tirare fuori il meglio da me stesso. Sta a me essere bravo a restare lì”.

Competizione nella squadra francese

“Sono sempre stato sfidato onestamente. Prima non c'erano Paul Costes o Emilien, c'erano altri giocatori come Rémi Lamerat, (Wesley) Fofana e così via, ci sono sempre stati grandissimi giocatori in quella posizione. Non è mai stato facile, ho sempre dovuto lottare. E continuo a lottare e se un giorno non avrò più il livello tornerò a casa (ride)”.

La sfida degli All Blacks

“Penso che sia 50-50. Abbiamo tanto talento quanto loro. È un'ottima squadra. Si stanno comportando molto bene in questo momento. Lo abbiamo visto contro Inghilterra e Irlanda. Affronteremo un big match, contro un'ottima squadra neozelandese. Ma abbiamo i mezzi per competere con loro. Ci andiamo con tanta voglia e tantissimo entusiasmo. È una squadra contro la quale amiamo giocare. Sono sempre partite straordinarie, con un'atmosfera straordinaria. C'è sempre un favore incredibile. È sempre una partita a parte. Un po' come il Crunch. Questa è una delle partite più importanti che i francesi amano vedere in TV o allo stadio.

Quale reazione alla haka?

“Rispettiamo la haka ma non abbiamo paura. Loro sono uomini, noi siamo uomini. E non andiamo in guerra come fanno alcuni, giochiamo una partita di rugby. All'inizio, quando sei giovane, è intimidatorio. Oggi lo rispetto e lo guardo. E aspetto che parta il fischio. È sempre un duello di sguardi, un po’ di confronto… Ma per noi, oltre al rispetto per quello che fanno, non vediamo l’ora che inizi il fischio d’inizio”.

È scomparsa la paura della disfatta?

“Ne ho già presi 50 contro… (sorride) Ma sinceramente penso che con questa generazione siano tutti vigili. Non c'è nessuno che pensi di essere qualcun altro, tutti sono umili. Stiamo preparando questa partita nel migliore dei modi. Ci mettiamo tutti in discussione, anche dopo una vittoria abbastanza ampia contro il Giappone. Quindi siamo consapevoli del livello dei neozelandesi, non li prendiamo alla leggera. E sappiamo che se contro di loro ci rilassiamo anche solo per un secondo, possiamo pagarlo in contanti. Resteremo in allerta per 80 minuti”.

Il risveglio degli All Blacks contro Inghilterra e Irlanda

“Non sono sorpreso vista la qualità della loro squadra e del loro allenatore (Scott Robertson). Ero sicuro che l'ultimo campionato di rugby (due sconfitte contro i Boks, una battuta d'arresto in casa contro i Pumas, ndr), fosse solo l'inizio. Penso che ci sia voluto un po' di tempo per costruire la loro squadra. E' una squadra nuova con tanti giovani. Sta prendendo forma e lo vediamo, sono due partite estremamente efficaci. Sappiamo cosa aspettarci. Le ultime due partite contro di loro sono state partite molto importanti. Spero che lo sia anche questo terzo. E che giocherà a nostro favore.

Scrivi una nuova pagina in blu

“Ogni partita conta onestamente. Che poi si tratti della Nuova Zelanda o dell'Argentina. Conteranno tanto quanto l'uno dell'altro. Successivamente, la Nuova Zelanda è sicuramente sempre gratificante. Perché è la nazione del rugby, è il popolo del rugby. Contro la Nuova Zelanda sappiamo che stiamo sfidando i migliori”.

Il suo intenso inizio di stagione con il Racing 92

“Onestamente mi sento davvero bene. Mi sento in buona forma. La pausa, mentalmente, ha fatto bene anche a me. Perché è da tanto tempo che non andiamo in vacanza. Essere qui mi permette di dormire bene e di riprendermi bene. E il fatto di aver giocato pochissimo contro il Giappone, spero di arrivare con tanta freschezza alle prossime partite. (Quando sei subentrato) Prendi meno valide, è come se non avessi giocato contro il Giappone. Come se… (sorride) C'è molta meno fatica. Sono abituato a giocare 80 minuti, non c'entra nulla.

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