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Red Bull accusata di barare, FIA costretta ad agire

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La Red Bull è al centro della bufera a margine del Gran Premio degli Stati Uniti: la scuderia austriaca è accusata di barare da diverse gare.

Mercoledì scorso, la FIA è stata allertata da alcuni team, tra cui la McLaren, riguardo ad un sistema che consentirebbe di modificare l’altezza del vassoio a T tra le qualifiche e la gara.

Questo elemento, situato nella parte anteriore del pianale della , svolge un ruolo importante nell’aerodinamica e nel comportamento della vettura. La possibilità di regolarne l’altezza potrebbe fornire un vantaggio decisivo, in particolare nell’adattare la vettura alle diverse condizioni tra qualifica (con carburante scarso) e gara (con serbatoio pieno).

I sospetti si concentravano su un dispositivo in grado di essere regolato dall’abitacolo, senza essere rilevato durante i controlli FIA in condizioni di parco chiuso. Quest’ultimo in teoria impedisce grandi cambiamenti tra le sessioni di qualifica e la gara, in modo da garantire l’equità.

La Red Bull finì per ammettere che questo sistema esisteva sulla sua RB20, pur assicurando che non poteva essere utilizzato una volta assemblata la vettura.

Red Bull sotto attacco

Anche se inizialmente il nome della squadra coinvolta non è stato rivelato, ora sembra che la Red Bull sia al centro dell’attenzione.

Secondo diverse fonti, i concorrenti sarebbero stati informati di questo dispositivo durante il Gran Premio di Singapore, dopo che i dettagli riguardanti questo elemento erano stati condivisi tramite i server della FIA. Questa versione faceva parte delle regole per le parti open Source, in cui i team devono rendere pubbliche determinate informazioni sui loro progetti.

È stato suggerito che il sistema consentisse le regolazioni manuali effettuate da un meccanico, consentite durante le prove libere. Tuttavia, qualsiasi cambiamento durante il parco chiuso – tra le qualifiche e la gara – sarebbe severamente vietato. La Red Bull ha risposto prontamente, negando qualsiasi violazione delle regole e affermando che il dispositivo, sebbene presente, non poteva essere utilizzato una volta assemblata la vettura.

Discussioni tra Red Bull e FIA

Di fronte a questa situazione, la FIA ha avviato le discussioni con la Red Bull per garantire che nessuna regola fosse infranta. Durante queste discussioni, il team austriaco ha collaborato, spiegando che il dispositivo non era accessibile una volta assemblata l’auto.

“Il dispositivo esiste, ma è del tutto inaccessibile una volta che la vettura è in configurazione corsa” ha detto un portavoce della Red Bull. È stato inoltre concordato un piano con la FIA per chiarire la situazione in futuro.

Maggiore monitoraggio delle prestazioni

Mentre le norme sull’altezza da terra sono cruciali per le prestazioni delle auto di F1 di questa generazione, gli osservatori monitoreranno da vicino le prestazioni della Red Bull nei prossimi Gran Premi. Se la squadra manterrà il suo vantaggio competitivo, ciò potrebbe alimentare ulteriori polemiche.

Non è la prima volta che una squadra si trova al centro di un dibattito tecnico. Recentemente la McLaren era stata sotto i riflettori anche per un’ala posteriore considerata troppo flessibile, creando un notevole vantaggio aerodinamico. In entrambi i casi, la FIA dimostra il proprio impegno nel mantenere l’equità e la concorrenza ai massimi livelli.

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