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Sentenza Diarra: la FIFA apre il dialogo sulle regole di trasferimento

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La FIFA va”impegnarsi in un dialogo globale con le principali parti interessate“del calcio rivedrà parte del suo regolamento sui trasferimenti in seguito alla sentenza Lassana Diarra della Corte di giustizia dell’Unione europea, ha annunciato lunedì. “Con loro, la FIFA determinerà le conclusioni da trarre dal caso Diarra e le relative modifiche da apportare all’articolo 17 del Regolamento sullo status e il trasferimento dei calciatori (RSTJ)”, ha dichiarato in un comunicato stampa il direttore della divisione giuridica della Federazione Internazionale Emilio Garcia Silvero.

La FIFA agirà sempre in conformità con la legge europea

L’avvocato intende in particolare discutere”parametri per il calcolo dei risarcimenti e delle sanzioni in caso di inadempimento contrattuale“e tu”meccanismo per il rilascio del certificato di trasferimento internazionale” consentire ai giocatori di cambiare club. “La FIFA agirà sempre in conformità con la legge europea“, assicura Garcia Silvero. I rappresentanti dei giocatori e dei club avevano chiesto lo sviluppo di un contratto collettivo nel calcio per regolare il mercato dei trasferimenti, in seguito alla decisione della giustizia europea il 4 ottobre sul caso Diarra.

In una controversia con la sua ex squadra, il Lokomotiv Mosca, l’ex centrocampista della nazionale francese è stato condannato nel 2016 a pagare una multa di 10,5 milioni di euro per risoluzione abusiva del suo contratto. Eventuali club che volessero ingaggiare questo giocatore potrebbero essere responsabili della sanzione inflitta, secondo un punto della normativa FIFA contestato appunto dinanzi alla CGUE. La Corte aveva stabilito che alcune norme FIFA che disciplinano i trasferimenti tra club erano contrarie al diritto dell’UE e “rischiano di ostacolare la libera circolazione“Calciatori professionisti.

Abbiamo bisogno di un contratto collettivoha spiegato all’AFP l’avvocato del sindacato mondiale Fifpro, Pieter Paepe. Le regole devono essere negoziate tra giocatori e club; non spetta alla FIFA, ente di diritto privato, regolamentare unilateralmente questo rapporto di lavoro.“.

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