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“Schumacher è uno dei nomi che abbiamo in mente”

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La lunga pausa che separa il Gran Premio di Singapore da quello degli Stati Uniti, in programma la prossima settimana ad Austin, non ha permesso ad Audi di decidere sull’identità del secondo pilota del team Stake per il 2025. Sarà necessario quindi bisognerà ancora aspettiamo di scoprire chi affiancherà Nico Hülkenberg, e Mattia Binotto assicura che non è ancora il momento della fretta negli eventi.

“Possiamo permetterci il lusso di non avere fretta, perché tutte le altre squadre hanno scelto la loro formazione”si giustifica il direttore operativo del progetto F1 del marchio degli anelli, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. “Ci sono due opzioni fondamentali: da un lato l’esperienza, che ci permetta di crescere, e dall’altro un giovane pilota di talento che possa accompagnarci al top.

Valtteri Bottas si candida alla propria successione, mentre circolano i nomi di Gabriel Bortoleto e Franco Colapinto. A questa lista si aggiunge quella di Mick Schumacher, e se quest’ultimo sembrasse in fuorigioco per un po’, alla fine non sarebbe così.

“Lo stiamo attualmente valutando.”assicura Mattia Binotto riguardo al pilota tedesco, senza volante da quando ha lasciato la Haas a fine 2022. “L’ho incontrato e ci ho parlato. Lo conosco da molto tempo perché faceva parte della Ferrari Driver Academy. Conosco i suoi punti di forza e i suoi vantaggi. È uno dei nomi che abbiamo in mente.”

“Da cinque a sette anni” per essere competitivi

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Mattia Binotto è ai piedi della montagna.

Foto di: Motorsport Images

Per l’uomo che è succeduto ad Andreas Seidl alla guida del programma Audi, il cui impegno ufficiale entrerà in vigore nel 2026, la necessità di pensare a lunghissimo termine pesa enormemente. Mattia Binotto lo sa, è solo all’inizio di un progetto che richiederà anni per raggiungere l’obiettivo prefissato dalla casa tedesca.

“Siamo all’inizio della salita”avverte. “Davanti a noi c’è l’Everest e al momento ne vediamo solo la base. Dobbiamo decidere da che parte scalare, ma è importante stabilire un percorso. Rispetto ai nostri concorrenti abbiamo circa 400 persone in meno Dobbiamo rafforzarci per poter competere allo stesso livello: non possiamo trovarli in due giornate, e non necessariamente in F1. La nostra scelta è quella di investire su personale giovane.

“Le altre squadre hanno impiegato dieci anni per raggiungere la vetta. [Jean] Todt arrivò a Maranello nel 1993 e vinse il primo titolo costruttori [de Ferrari] è arrivato nel 1999. È lo stesso per la Mercedes. Ci vorranno dai cinque ai sette anni. Speriamo di poter combattere nel 2030.”

Con Franco Nugnes

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