DayFR Italian

F1. 10 anni fa, Jules Bianchi colpì una gru durante il Gran Premio del Giappone, inaugurando l’era di Halo

-

La trentesima edizione del Gran Premio del Giappone resterà per sempre un doloroso ricordo per tutti coloro che si occupano di Formula 1, ma anche per tutti gli amanti della disciplina. Il 5 ottobre 2014, nonostante le condizioni torrenziali causate dal tifone Phanfone, la gara sul circuito di Suzuka è continuata. Un drammatico incidente costò pochi mesi dopo la morte al pilota francese Jules Bianchi. Non si registrava un morto in Formula 1 da più di 20 anni e dal fine settimana in cui morirono Ayrton Senna e Roland Ratzenberger.

Motori Dentro senza pub?

Iscriviti

Un tragico incidente

Le condizioni della pista erano disastrose, con una forte pioggia, che ha portato Adrian Sutil ad uscire di pista con la sua Sauber, provocando l’intervento della safety car. Una gru è stata poi inviata in pista per liberare la vettura del pilota tedesco, mentre le altre vetture di F1 erano ancora in pista.

Nonostante la presenza della safety car, che ha rallentato notevolmente il ritmo della gara, la pista restava pericolosa e due giri dopo, era il francese Jules Bianchi a perdere il controllo della sua Marussia. Al momento non si hanno informazioni sui motivi della sua uscita di pista e nessuno sospetta la tragica piega che prenderà questa gara.

La televisione non ha ripreso in diretta l’incidente del francese, ma è stata sventolata la bandiera rossa e tutti i piloti sono dovuti rientrare. Ancora non sappiamo che c’è stato un incidente grave, ma dopo pochi minuti ci accorgiamo che l’auto di Bianchi è scomparsa.

Dopo lunghi minuti senza notizie del francese, il mondo della F1 è piombato nel silenzio: è stato annunciato che Jules Bianchi aveva colpito violentemente la gru che stava tentando di estrarre la vettura di Adrian Sutil. Nessuna immagine viene trasmessa, a causa della violenza dell’impatto, misurato a 92G al suo apice.

I servizi di emergenza si precipitano sul posto il più rapidamente possibile, ma Jules viene trovato privo di sensi nella sua macchina. Fu immediatamente trasportato al più vicino ospedale e il Gran Premio fu definitivamente interrotto. Per il resto del paddock la situazione è insostenibile.

Arrivano le notizie sullo stato di salute del francese: è in condizioni critiche, vivo, ma in coma. Ricoverato in Giappone, lì furono effettuati i primi interventi d’urgenza. Fu solo il giorno successivo che iniziarono ad emergere sempre più video dell’incidente. Vediamo la Marussia che si dirige verso la macchina di sollevamento, per poi colpire ad alta velocità la parte posteriore della gru. Tutti allora si rendono conto che l’incidente non è di poco conto. Jules Bianchi viene colpito direttamente al casco.

Un mese dopo l’incidente è stato rimpatriato a Nizza, sua città natale, e la notizia è stata data con poco ottimismo. Il pilota di F1 morì il 17 luglio 2015. Quel giorno il mondo della F1 perse uno dei suoi talenti più promettenti, ma soprattutto un uomo apprezzato da tutti i piloti del paddock e dai media, che seppe segnare gli animi di molti modi.

Jules Bianchi fu uno dei primi piloti francesi intervistati da Motors Inside, insieme a Charles Pic all’epoca. Il suo sorriso e il suo buon umore rimangono nei nostri ricordi.

La nascita dell’Halo

Dopo l’incidente di Jules, ma anche quello di María de Villota, durante i test privati, sepolta sotto un camion, la sicurezza in Formula 1 si rafforza con l’apparizione dell’Halo, una protezione in carbonio destinata a proteggere la testa dei piloti per non vedere questa situazione ripetersi

Introdotto nel 2018, è stato subito elogiato per la sua efficacia. È grazie a questo dispositivo che piloti come Charles Leclerc, Lewis Hamilton e Guanyu Zhou sono riusciti a uscire indenni dai rispettivi incidenti. È anche lo stesso dispositivo che ha salvato la vita a Romain Grosjean durante il suo impressionante incidente in Bahrein nel 2020.

Tanti gli omaggi da parte dei piloti

Ogni anno numerosi piloti rendono omaggio al francese, tra cui Charles Leclerc, padrino dell’associazione Jules Bianchi e suo amico di sempre.

Quest’anno ha partecipato in particolare alla maratona Jules Bianchi, una gara di kart che gli rende omaggio.

Un momento commovente per il monegasco, che ricorda regolarmente che senza Jules non sarebbe in Formula 1: “Nel 2010 mio padre non aveva più abbastanza soldi per finanziare i miei anni di kart. Doveva essere il mio ultimo anno. Ma Jules ha raccontato di me al suo manager, Nicolas Todt, che poi ha pagato tutto per me fino al mio arrivo in Formula 1. Senza Jules non sarei da nessuna parte. »

Dopo la vittoria al Gran Premio d’Ungheria nel 2015, anche Sebastian Vettel ha reso un commovente omaggio a Jules.

Una volta tagliato il traguardo, il pilota della Ferrari ha parlato alla radio, rivolgendo il pensiero al francese: “Grazie Jules, questa vittoria è per te. Sarai sempre nei nostri cuori. Sappiamo tutti che un giorno avresti fatto parte di questa squadra”. Jules sarebbe infatti dovuto approdare alla Scuderia, sogno che inseguiva da tempo.

L’eredità di Jules continuerà a vivere in ogni svolta presa in pista e nei cuori di tutti coloro che lo conoscevano.

Related News :