Migliaia di manifestanti LGBT+ marciano a Buenos Aires, protestando contro l'austerità e l'ostilità del governo Milei. Tra rivendicazioni di diritti e uguaglianza, la comunità esprime “l'urgenza di essere visibile” di fronte a un clima percepito come discriminatorio. Tagli di bilancio nella sanità, eliminazione delle istituzioni… Scopri le ragioni di questa mobilitazione senza precedenti.
In questa soleggiata giornata di novembre a Buenos Aires, le strade della capitale argentina si sono adornate dei colori dell'arcobaleno. Migliaia di persone, bandiere e striscioni in mano, sono scese sull'asfalto per l'annuale marcia del Pride LGBT+. Ma dietro lo scintillio e la musica, il tono è serio. I manifestanti denunciano con forza l'ostilità e l'austerità del governo ultraliberale di Javier Milei, percepiti come una minaccia ai loro diritti e alle loro libertà.
L’urgenza di renderci visibili
Per Lucas Gutiérrez, attivista LGBT+ di 43 anni, questa marcia ha un'importanza particolare quest'anno. “Al governo insultano le persone diverse senza la minima preoccupazione”, confida, riferendosi in particolare alle controverse dichiarazioni del ministro della Giustizia dello scorso agosto. Quest'ultimo aveva espresso il suo rifiuto della “diversità delle identità sessuali che non corrispondono alla biologia”, definendole “invenzioni soggettive”.
Di fronte a questo clima, i manifestanti avvertono “l’urgenza di [se] rendere visibile”. Emilce Gorosito, funzionario pubblico di 36 anni che si definisce un “travestito trans”, insiste: “Dobbiamo più che mai tornare nelle strade, dove abbiamo imparato a conquistare i nostri diritti, questa volta per difenderli”. Vestita con una tuta argentata attillata, dice che questa è una delle marce più importanti dato il contesto politico.
I tagli di bilancio che preoccupano
Al di là dei toni usati da alcuni membri del governo, sono le misure di austerità a destare preoccupazione. In nome dell’obiettivo “deficit di bilancio pari a zero”, l’esecutivo Milei ha abolito il Ministero delle Donne e l’Istituto contro le discriminazioni, oltre ad altri tagli all’amministrazione. Decisioni viste come tanti segnali negativi inviati alle comunità LGBT+.
Anche nel settore sanitario si fanno sentire le restrizioni. Una ONG ha denunciato nel bilancio 2025 una riduzione del 76% dei fondi stanziati per la lotta contro l’HIV, l’epatite virale e le infezioni sessualmente trasmissibili. Già nel 2024 il blocco degli acquisti pubblici ha portato a carenze di medicinali e preservativi.
La libertà del “progetto di vita” in questione
Tuttavia, il presidente Javier Milei, che si definisce “libertario”, ha espresso in passato il suo sostegno alle unioni omosessuali, in nome della libertà del “progetto di vita”. Una posizione che sembra in contraddizione con la politica perseguita da quando è salito al potere lo scorso dicembre, considerata discriminatoria da molti manifestanti.
Non chiediamo troppo: insomma, lasciamoci in pace!
Lucas Bouder, tour operator 25enne
Per Lucas Bouder, tour operator 25enne di Junin, una cittadina di provincia, si tratta soprattutto di poter vivere liberamente. “Non chiediamo troppo: insomma, lasciamoci in pace!” riassume. Si rammarica dell'assenza di segnali positivi da parte del potere, “che incoraggia l'odio”, secondo lui.
Esigenze concrete
Al di là del messaggio inviato dalla loro massiccia presenza nelle strade, i manifestanti avanzano richieste specifiche. Tra gli slogan della “Marcha del Orgullo” di quest'anno: “Nessuna libertà senza diritti e politiche pubbliche”, “Nessuna libertà con aggiustamento (di bilancio) o repressione”. La marcia chiede anche “una legge globale sui trans e una legge contro la discriminazione”.
Richieste che fanno eco alle preoccupazioni espresse da molti partecipanti, come Emilce Gorosito: “Più che mai dobbiamo tornare nelle strade, dove abbiamo imparato a conquistare i nostri diritti, questa volta per difenderli”. Perché se la festa c'era con i carri allegorici colorati e la musica, è giunto il momento della mobilitazione della comunità LGBT+ argentina, determinata a difendere le sue conquiste e a continuare la sua lotta per l'uguaglianza.
Un messaggio chiaro inviato al governo
Attraverso la Marcia del Pride del 2024, la comunità LGBT+ argentina ha inviato un messaggio inequivocabile al governo Milei. Nonostante un contesto ostile, rifiuta di tornare nell'ombra e intende far sentire la sua voce. Per Lucas Gutiérrez, questa marcia risponde “all’urgenza di renderci visibili. (Dire) esistiamo, resistiamo, siamo e saremo!”
Visibilità essenziale per continuare a promuovere i diritti e combattere la discriminazione, in un’Argentina dove le persone LGBT+ oggi si sentono minacciate. Una lotta a lungo termine, ma che le migliaia di manifestanti presenti sabato sono determinate a portare avanti, affinché i colori della diversità continuino ad essere orgogliosamente esposti nelle strade di Buenos Aires e del Paese.