Un sistema di franchising per IndyCar

Un sistema di franchising per IndyCar
Un sistema di franchising per IndyCar
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Dopo lunghi mesi di trattative con le squadre, il proprietario del campionato IndyCar, Penske Entertainment, ha stabilito dei franchising per stabilizzare la competizione, come in altri sport negli Stati Uniti.

Come quello che Liberty Media sta considerando in Formula 1 nella nuova versione degli Accordi Concorde, il principio del franchising che garantisce ai team una garanzia di partecipazione e di remunerazione diventerà la norma in IndyCar.

Gli sport americani sono abituati a questo sistema, sia che si tratti della NBA (basket), della NHL (hockey) o della NFL (football), campionati ai quali l’accesso è possibile solo acquistando una franchigia esistente.

Prima gli affari

La realtà economica viene quindi privilegiata rispetto al merito sportivo, considerando la promozione dei nuovi arrivati ​​solo in cambio di un forte controllo dell’equilibrio di potere tra domanda e offerta.

Andretti Global, nonostante il via libera della FIA e la partnership con Cadillac, viene così snobbata dal promotore della F1 che preferisce tutelare i team in essere contro ogni previsione, senza aprire il mercato, da qui le accuse di cartello o abuso di posizione monopolistica.

Più prosaicamente, IndyCar stabilisce franchigie per 25 monoposto fino al 2031 senza escludere altri concorrenti poiché le griglie di partenza accettano fino a 27 o 28 vetture per gara, ad eccezione della 500 Miglia di Indianapolis, tradizionalmente aperta a 33 concorrenti.

Una griglia a due velocità in IndyCar

Nella versione IndyCar, i top team (Arrow McLaren, Chip Ganassi Racing, Rahal Letterman Lanigan Racing e Team Penske) beneficiano di tre franchigie e i team di centrocampo (AJ Foyt Enterprises, Dale Coyne Racing, Ed Carpenter Racing, Juncos Hollinger Racing e Meyer Shank Racing) di soli due.

L’anno prossimo un nuovo team iscriverà due vetture senza franchigia, ovvero il team italiano Prema Racing, con la possibilità di aderire al “Sistema Charter” a seconda dei risultati ottenuti a condizione di far parte del “Circolo Leader” che prevede i primi 22 del campionato con un bonus iniziale annuale di un milione di dollari.

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