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Joël Dicker ha scritto “Il romanzo di Marceau Miller”?

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QuelliMistero letterario

Joël Dicker ha scritto “Il romanzo di Marceau Miller”?

Un thriller pubblicato a Parigi e già in gran parte acquistato all’estero è ambientato sulla sponda francese del Lemano. Il suo autore rimane sconosciuto.

Pubblicato oggi alle 10:16

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Con un bastone

Insomma:
  • Un thriller ambientato sulla riva francese del Lago di Ginevra ha suscitato un forte entusiasmo internazionale già prima della sua uscita.
  • Un interesse forte che deve molto al fatto che è scritto sotto uno pseudonimo.
  • Il misterioso autore potrebbe essere uno scrittore e sceneggiatore nato nel 1978 e residente in Francia.
  • Un dramma familiare svela segreti grazie a un’indagine mozzafiato.

Un thriller che si avvicina molto a casa nostrasulla sponda francese del Lago di Ginevra, sembra promettere un futuro internazionale. La casa editrice La Martinière comunica di aver già venduto in dieci paesi i diritti di traduzione del “Roman de Marceau Miller” pubblicato la settimana scorsa. Senza contare il forte interesse in Francia per la versione tascabile e un progetto di adattamento audiovisivo.

Originalità del testo, È apparso sotto pseudonimosotto il nome di Marceau Miller. La stessa di quella dello scrittore che muore nel prologo, lasciando un misterioso manoscritto che illumina la sua vita. In copertina, per evitare ripetizioni, al posto del nome dell’autore irrompono gli aggettivi “senza fiato. Dare le vertigini. Crea dipendenza. ” Difficile dimostrare che questo programma sia sbagliato, perché questo voltare pagina Non lasciare andare.

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Alla Fiera del Libro di Francoforte, a metà ottobre, la mania è stata immediata. “In questo mercato diventato molto prudente, è molto raro vendere romanzi prima della pubblicazione”, spiega a “Book Hebdo” Marleen Seegers, che negozia i diritti di vendita per la casa parigina.

Il mistero sull’identità dell’autore sembra essere lì per molti. Ma chi si nasconde dietro Marceau Miller? Sul sito marceaumiller.coml’autore precisa le ipotesi fatte al suo editore: “Sono circolati i nomi più sorprendenti: quelli di attori, di grandi scrittori che rispetto infinitamente, donne o uomini…” Alcuni credono di riconoscere Joël Dicker: scrittura efficace, ritmo inebriante, avanti e indietro nella temporalità, personaggi che nascondono zone d’ombra, senza contare la geografia dell’intrigo, a due passi dalla Svizzera, con perfino un viaggio per recuperare un manoscritto nel baule di una banca svizzera, a Ginevra. Città in cui vive il romanziere e arredamento del suo ultimo romanzo, “Un animale selvatico”.

Falsa traccia?

Secondo gli indici distillati dall’editore, però, la pista porta altrove: “Probabilmente nato nel 1978, Marceau Miller sarebbe sceneggiatore televisivo e scrittore. È la prima volta che scrive un romanzo con questo nome. Vive in Francia. Ora Dicker Il Ginevran è nato nel 1985. Ma forse lo ha scritto suo malgrado? La rivista “Télérama” si chiede se “dietro lo pseudo si nasconde un’intelligenza artificiale addestrata a partire dal corpus dickeriano?” Nei ringraziamenti, l’autore sembra confermare la sua esistenza accogliendo il sostegno di editori francesi conosciuti nella piazza parigina.

Oltre a questa piuma misteriosa, quali sono gli ingredienti che hanno centrato il bersaglio? Un romanzo efficace che coinvolge un autore di successo dalla vita da sogno, installato in uno chalet in riva al lago di Ginevra con moglie e figli, coccolato da un editore di cui è la gallina dalle uova d’oro. Lo scrittore vola con il suo aereo da collezione, si esercita nell’arrampicata a mani nude, fa la barca e si parte. Ma un dramma giovanile contamina questa bella vetrina. Quando morirà, i segreti riaffioreranno.

La ricerca di un manoscritto

Il romanzo si apre con il monologo del personaggio Marceau Miller, in caduta libera lungo la parete rocciosa che ha scalato senza essere legato in cordata. Poco prima dell’impatto fatale, confida di aver lasciato dietro di sé il manoscritto più importante della sua carriera. Sua moglie Sarah, il cui punto di vista viene poi adottato per la maggior parte del tempo, non crede all’incidente. Aiutata da un poliziotto in pensione, nulla potrà impedirgli di trovare la verità, così come il famoso manoscritto.

Intorno ruotano il suo compagno e amico, i Giovani Copain di Marceau. La cosa più interessante di questa corsa rimane la figura forte e disperata di Sarah. Il libro piacerà agli amanti di polare fortemente annidato in un luogo, Un genere ben presente nella Svizzera francesedi cui esistono pochi esempi situati sull’altra sponda del Lago di Ginevra. L’autore ci accompagna così tra Yvoire, Thonon e la Dent de Vélan, segnala cavallo tra Francia e Svizzera, con un onnipresente Lago di Ginevra.

Stampa della parodia

Ma il libro potrebbe anche essere letto come una parodia dei romanzi di suspense, in ogni caso il suo capitolo II, dedicato alla sera precedente la morte di Marceau Miller. Amici fedeli, editore con angeli – il cui cane si chiama Freud! -, festival della casa dei sogni e dei marchi, dall’orologio “Breitling Aviator” all’“accendino ST DUPONT”, senza dimenticare “l’umidità tascabile xikar” per il “sigaro co-hiba”…

Parodia o no, le intenzioni dell’autore trasmesse sul suo sito possono essere interpretate nei modi più diversi: “Marceau Miller nasce dal desiderio di giocare sul confine tra romantico e verità…” con un lettore che “diventa una festa prendendo il indagine, dove ogni dettaglio può assumere un doppio significato”. La martinière annuncia in ogni caso già una suite.

“Il romanzo di Marceau Miller”, Marceau Miller, ed. La Martinière

Casi socchiusi e ferrati

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L’esempio più eclatante di utilizzo dello pseudonimo resta quello di Romain Gary, l’unico autore ad aver ricevuto due volte il Premio Goncourt. Vinse a 42 anni, nel 1956, con “Le radici del cielo”, poi nel 1975 con “La vita davanti a te”, firmato da un certo Émile Ajar, ruolo che il tiratore di archi interpreta suo cugino, Paolo Paolo Pavlowitch. L’inganno verrà svelato solo dopo la morte di Romain Gary.

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Più vicino a noi, l’identità di Robert Galbraith, autore elogiato dalla critica del romanzo poliziesco “Il richiamo del cuculo”, è stata presto svelata. In realtà si trattava di JK Rowling, che voleva liberarsi dalla pressione indotta dal fenomeno “Harry Potter”.

Il caso di Elena Ferrante, invece, conserva i suoi dubbi. Nonostante le forti presunzioni, nessuna conferma del nome della penna dietro “L’amico prodigioso”, una saga sulla vita di due amici di un quartiere povero di Napoli all’inizio degli anni Cinquanta, anche lui prodigioso. Nelle rare interviste scritte che ha accettato, la persona dietro questo pseudonimo ha affermato di essere una donna, madre, con un’opera di ispirazione biografica. I giornalisti segnalano Anita Raja, traduttrice delle Edizioni E/O, che ha pubblicato la Tetralogia, mentre gli studi universitari propendono per Domenico Starnone, che altri non è che… il marito di Anita Raja.

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Ruote Caroline è giornalista per la sezione Culture-Société dal 2013. Si occupa in particolare di letteratura francofona, ma si avvicina con interesse anche alla letteratura per l’infanzia e a diversi temi culturali e sociali. Maggiori informazioni @caroline_reets

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