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“Noi donne dovremmo aiutarci, incoraggiarci a perseverare nella dolcezza”

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Per un breve momento abbiamo pensato di iniziare una conversazione con un’intelligenza artificiale. Non che Angelina Jolie risponda meccanicamente, anzi mostra tesori di gentilezza e attenzione, precisa, educata, esita, dubita molto, sorride con tranquilla dolcezza. Ma c’è questo je ne sais quoi dell’irreale e del fantasticato su di lei che aumenta quando appare tramite Zoom sul computer. Una creatura digitale che sembra rimasta impressa sulla sua pelle per sempre. L’effetto Lara Croft? La sorte di tutte le star del grande schermo? O qualcosa di più misterioso? Il regista cileno Pablo Larraín sfrutta appieno quest’aura in “Maria”, un elegante film biografico che rende Angelina Jolie una Maria Callas più iconica che mai. A meno che non sia il contrario. “Non la conoscevo più della maggior parte delle persone”, dice l’attrice. Per me era una figura un po’ distante, perché era immenso. È stato solo quando ho approfondito la sua vita che ho capito quanto lavoro, tecnica, controllo e potere fossero necessari per arrivare a questo punto e, soprattutto, quanto fosse vulnerabile. »

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Vulnerabile, ma sovrana, ecco come Maria Callas/Angelina Jolie affronta il film. Mentre attraversa la Parigi borghese degli anni ’70, tra le Tuileries e il Palais-Royal. O il suo appartamento crepuscolare in Avenue Georges-Mandel. Tendaggi maestosi, un pianoforte a coda e un camerino d’alta moda, c’è tutto. Fino alla farmacia XXL. È che in questo mese di settembre del 1977, pochi giorni dopo la sua morte, all’età di 53 anni, due anni dopo la scomparsa di Onassis e più di quattro anni dopo la sua ultima esibizione sul palco, la diva viveva in una folle solitudine, cuore , fegato e voce esausti, pieno di steroidi, stimolanti e sonniferi.

Madre Lupo

Dopo Jackie Kennedy nel 2016 (“Jackie”) e Diana nel 2021 (“Spencer”), questa è la terza icona rotta che Larraín filma. In realtà, è anche Angie che documenta, con i primi piani di un viso allucinante nella simmetria, di queste labbra immense, di questa silhouette così leggera, di questo portamento da regina malinconica. Il film è da

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