(Parigi) Le maison giapponesi Issey Miyake e Yohji Yamamoto hanno presentato giovedì a Parigi le loro collezioni uomo autunno-inverno 2025-2026, con due linee completamente opposte, ma ogni volta una buona dose di comfort.
Issey Miyake ha presentato per la prima volta la sua linea IM Men alla settimana della moda di Parigi. Creato nel 2021 e gestito da tre membri del Miyake Design Studio a capo del marchio (Sen Kawahara, Yuki Itakura e Nobutaka Kobayashi), succede al marchio Homme Plissé, finora favorito dalla casa giapponese per sfilare nella capitale della moda .
Nell’atmosfera quasi monastica del Réfectoire des Cordeliers, un ex convento interamente ridecorato di bianco per l’occasione, escono le prime modelle, tutte vestite di bianco, con abiti ampi che sembrano tagliati da un unico pezzo, riprendendo il concetto ” un pezzo di stoffa » (un unico pezzo di tessuto) di Issey Miyake.
Il tutto al ritmo del movimento di immensi pannelli neri guidati da bracci meccanici, che illustrano il desiderio del marchio di integrare design e tecnologia nelle sue creazioni.
A poco a poco, il bianco ha lasciato il posto ai classici colori autunnali fino a scivolare verso una tavolozza più intensa, con il verde pino, il rosso ruggine o il blu denim, per finire con colori vivaci come il viola, l’arancione o il giallo.
Dal trench alla camicetta e ai pantaloni harem, il guardaroba IM Men è flessibile e confortevole.
Il marchio si è anche assicurato che nessuno prenda freddo, con ampi cappucci, cappelli con sciarpe integrate, enormi bavaglini e persino pantaloni da stivale.
Lo spettacolo si è concluso con una coreografia aerea, in cui le modelle hanno attraversato l’edificio dopo aver trasformato le loro giacche in mantelli, come a mettere in pratica il tema di questa sfilata intitolata Vola con IM Men.
Al contrario, non c’era colore o fluidità da Yohji Yamamoto, che ha presentato una collezione molto più scura, ma che sembrava altrettanto comoda, se non di più.
L’81enne giapponese ha fatto sfilare figure di tutte le età nei suoi locali parigini, vestiti con cappotti trapuntati oversize, a volte reversibili, aperti su camicie spesse. Il tutto abbinato a pantaloni altrettanto imponenti, a cui talvolta venivano sovrapposti dei bermuda.
In termini di palette, lo stilista è passato da un estremo all’altro, proponendo inizialmente solo colori scuri, fedele al suo soprannome di “poeta nero”, per concludere con outfit futuristici in bianco immacolato e associati al nero intenso.
L’americano Rick Owens, dal canto suo, ha ricordato perché si è affermato come principale stilista di abiti gotici e grunge, con ampi cappotti neri in lana grezza o pelle, pantaloncini abbinati a stivali con plateau o addirittura lunghe casule di lana bianca con cappuccio .
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