“Esisti senza esistere”
“Quando sono arrivato a Ginevra nel 1993”, spiega il professore, “ho scoperto che l’armeno non era una disciplina ufficiale, ma solo un ramo facoltativo, annesso al russo. Sono andato da un consulente accademico e le ho chiesto se fosse una svista. Lei rispose: “Signora, voi esistete senza esistere”. Evidentemente non stava parlando di me, ma di armeno. Ho capito che per dare esistenza reale all’armeno era necessario farne una disciplina a sé stante. Ho quindi elaborato e proposto alle autorità competenti un piano di studi, che è stato adottato all’inizio dell’anno scolastico 1994.
Nel 2007 la Sezione Armena ha vissuto una svolta decisiva diventando cattedra universitaria, aprendo così la strada ad un programma accademico riconosciuto e strutturato che abbraccia la lingua, la letteratura, la storia e la cultura armena, dall’antichità all’epoca contemporanea. Oggi il Centro offre percorsi formativi che vanno dalla laurea triennale al dottorato con una duplice missione: formare specialisti in campo armenologico e permettere a studenti di altre discipline di scoprire questa cultura secolare. I corsi sono ora integrati nei programmi di letteratura comparata, storia generale, storia delle religioni, studi di genere, studi medievali, nonché del Global Studies Institute, al fine di offrire una visione trasversale che arricchisce le prospettive accademiche. «Alcuni di questi corsi, diventati obbligatori, dimostrano il crescente interesse per l’armeno», esulta Valentina Calzolari.
Il Centro vuole essere anche un ponte con la Città, perché “l’Università non può e non deve restare nella sua torre d’avorio”, secondo il suo direttore che insiste sull’importanza di continuare ad esplorare questo “ricchissimo, ma così poco conosciuto” e renderlo accessibile a quante più persone possibile, offrendo corsi e convegni pubblici.
Influenza internazionale
Se l’Unità Armena punta a svilupparsi all’interno dell’UNIGE, si sforza anche di promuovere la propria cattedra a livello internazionale collaborando con numerose istituzioni, come l’Inalco di Parigi, l’Università di Oxford e l’Associazione Internazionale di Studi Armeni.
Tra gli importanti progetti di ricerca condotti dal Centro c’è il lavoro sulla trasmissione degli antichi testi greci in armeno. Molti manoscritti filosofici greci, in particolare quelli di Aristotele, sono stati infatti tradotti in armeno. La loro comprensione, tuttavia, rimane complessa, anche per i ricercatori che padroneggiano entrambe le lingue a causa della mancanza di una conoscenza approfondita della filosofia aristotelica. L’Unità armena ha quindi svolto un ruolo chiave nel riunire professori di storia della filosofia antica, in particolare Jonathan Barnes, e specialisti di letteratura armena per decifrare questi testi. Questa collaborazione interdisciplinare, portata avanti anche con l’Istituto degli antichi manoscritti dell’Armenia, illustra il desiderio del Centro di portare l’armeno oltre l’ambito esclusivo degli studi armeni.
Resilienza culturale
Durante il suo mezzo secolo di esistenza, il Centro UNIGE per la Ricerca Armenologica ha affermato il suo ruolo centrale nella preservazione e trasmissione della cultura armena, pur essendo parte di una dinamica accademica internazionale. Anche Valentina Calzolari spera di risvegliare le vocazioni, avendo lei stessa scoperto la sua passione per l’armeno durante gli studi universitari a Bologna. Sottolinea l’incredibile capacità di questo popolo di mantenere la propria identità e arricchire il proprio patrimonio nonostante le migrazioni e le persecuzioni. “Pur essendo sparsi nei cinque continenti”, nota, “gli armeni sono riusciti a preservare una lingua, una letteratura, una cultura. Non solo per preservarli, ma anche per nutrirli attraverso gli scambi con altre civiltà”.
Ancorato a un approccio interdisciplinare, il Centro mira a rendere gli studi armeni accessibili e attraenti per quante più persone possibile, evidenziandone la rilevanza per la comprensione delle attuali questioni globali. A cinquant’anni dalla sua creazione, l’Unità armena dimostra che lo studio di una specifica cultura può offrire un altro modo di pensare alla storia, alle lingue e all’attualità.
La prossima conferenza organizzata dal Centro per la ricerca armenologica dell’UNIGE si terrà nella primavera del 2025. Si concentrerà sul patrimonio armeno dell’ex Nagorno-Karabakh e, più in generale, sulla conservazione del patrimonio in contesti di guerra e conflitto. ‘del dopoguerra.
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