Reportage
Cielo terso, 30 gradi all’ombra, e la corsa da un capo all’altro della città saltando di spettacolo in spettacolo. Sembra Avignone a luglio. Siamo a Santiago del Cile, a gennaio. Impossibile non fare il parallelo: un “in” e un “off”, programmatori in bermuda e sandali da trekking provenienti da tutto il mondo alla ricerca di quella perla rara. I frequentatori del festival discutono degli spettacoli per ore. Sale gremite, dal microteatro universitario da 50 posti al nuovissimo centro culturale dedicato alle culture indigene.
Il festival Santiago a Mil, non la 32e edizione, che durerà fino a domenica 26 gennaio, fa di Avignone Andina una bella figura. Solo che lì, in questo paese apparentemente macho, la regista è una regista, Carmen Romero. “La regina del teatro per tutto il sud del continente americano”dice ridendo un programmatore francese che conosce Santiago. Carmen Romero è una forza silenziosa, a dea ex machina che, da trentuno anni che dirige questo festival nato dal movimento democratico nato con la caduta del generale Pinochet, nel 1990, ha portato in Cile Pina Bausch, Ariane Mnouchkine o Royal de luxe e i suoi giganti.
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