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Vanessa Springora mette in discussione le sue origini e il non detto in “Patrononym” – rts.ch

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Dopo la tragedia della sua adolescenza svelata in “Consent”, Vanessa Springora torna alle origini del suo nome in “Patronyme”. La scoperta degli archivi di famiglia suggerisce che suo nonno ceco potrebbe essere stato membro del partito nazista e che il suo vero nome potrebbe non essere Springora.

Alla morte del padre tossico e mitomane che non vedeva da dieci anni, Vanessa Springora si è imbattuta in un incredibile disordine nel suo appartamento nella periferia parigina dove viveva da giovane e che un tempo era anche quello dei suoi nonni. . Mentre svuota i locali, l’autrice si imbatte con orrore in due foto d’infanzia del nonno paterno con le insegne naziste.

La versione familiare di un cittadino ceco arruolato con la forza nell’esercito tedesco dopo l’invasione del suo Paese da parte del Reich, poi disertore nascosto in Francia da colei che sarebbe diventata sua moglie, e lavorato per gli americani durante la Liberazione prima di diventare un “ rifugiato privilegiato” come dissidente del regime comunista poi va in frantumi. E se fosse stata tutta una bugia?

Cinque anni dopo “Consent” che raccontava la sua relazione sotto influenza con lo scrittore Gabriel Matzneff quando era minorenne, Vanessa Springora si propone di rintracciare le sue origini e il suo vero nome in “Patronyme” indagando per due anni su questa leggenda di famiglia. Utilizzando archivi, ma anche letteratura e testimonianze mitteleuropee, tenta tanto di capirlo quanto di verificarlo.

“Una tomba per mio padre e il mio nome”

Questo libro, destinato a sepoltura per il padre e per il suo nome, Vanessa Springora ha voluto scriverlo per continuare l’impresa di verità iniziata con “Consenso”. “Ho sempre avuto un rapporto un po’ complesso con questo cognome poiché per diversi anni ho sospettato che fosse solo un nome falso, un nome falso. Mio padre, che era un grande mitomane, ma anche un grande narratore, mi aveva regalato un certo numero di versioni molto fantasiose della sua origine», indica l’autore nel programma Vertigo del 15 gennaio. Quando morì, era quindi giunto il momento ed è importante cercare di ricomporre il puzzle familiare.

Ripercorrendo la storia e la propria storia, Vanessa Springora riporta attraverso il caleidoscopico racconto di “Patronyme” anche la tragedia del XX secolo, in un momento in cui la guerra che infuria nel nostro continente ravviva sia la memoria del passato sia la paura di un futuro di ferocia. E offre una riflessione sulla natura implacabile della genealogia e sul potere devastante del non detto.

Commenti raccolti da Pierre Philippe Cadert

Web di adattamento: olhor

Vanessa Springora, “Il patronimico”, edizioni Grasset, gennaio 2025.

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