Il film “Twenty Gods” della regista Louise Courvoisier, attualmente nelle sale, è un successo, così come altri film che offrono un’immersione nel mondo rurale. Con un focus sul Giura, questo tema è al centro delle Giornate di Soletta che iniziano questo mercoledì.
Uscito l’11 dicembre, “Twenty Gods” è il primo lungometraggio della regista Louise Courvoisier. Racconta la storia di un giovane agricoltore che vuole vincere il concorso per la migliore contea per superare le sue difficoltà finanziarie.
L’interesse per il mondo rurale non è una novità. Il cinema si ispira da tempo al mondo agricolo. In “La felicità è nel prato” di Etienne Chatiliez, uscito nel 1995, un dirigente d’azienda approfitta della sua incredibile somiglianza con un uomo scomparso da ventisei anni per prendere il suo posto e fuggire dai problemi della campagna.
Nel cinema svizzero, il regista Fredi M. Murer è un fedele trascrittore della realtà contadina con la sua durezza in “The Soul Sister” (1985) o nei documentari “Der Grüne Berg” (1990) e “Noi montanari in montagna siamo in realtà non “È colpa nostra se siamo qui” (1975).
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Ma se il mondo contadino è presente sul grande schermo da molto tempo, la narrazione e il tono sono cambiati nel corso degli anni. Lontani ormai dalla nostalgia o dalla miserabilizzazione, i registi scelgono invece di integrare nei loro scenari la difficile vita quotidiana dei lavoratori della terra. Possiamo così citare “Le petit paysan” di Hubert Charuel (2017), incoronato con tre Césars nel 2018, “Nel nome della terra” di Édouard Bergeon (2018) o “Bisons” del fribourgeois Pierre Monnard (2024).
Un bisogno di autenticità
Per Olivier Moeschler, sociologo della cultura a Losanna, il mondo rurale oggi funge da specchio per la società urbana: «Penso che sia un’alterità che ci piace. Oggi, l’interesse per l’ecologia ci avvicina a questo mondo, più vicini alla natura e ai veri valori. Esiste anche un’alterità che permette a noi, gente urbana, di interrogarci su noi stessi attraverso questo specchio”, indica. lui a La Matinale dal 14 gennaio.
Il mondo contadino può trovare la sua voce sullo schermo. Al di là di questo divario tra città e campagna, il mondo agricolo trasmette alla telecamera un messaggio più universale di quanto sembri. “Questo ci permette di porci domande sul nostro rapporto con la natura, con la famiglia, con la genitorialità e con la sopravvivenza”, spiega Olivier Moeschler.
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Il focus giurassiano delle Giornate di Soletta
La 60a edizione delle Giornate di Soletta, che si svolgerà dal 22 al 29 gennaio, non ha sbagliato ad offrire un programma speciale nel Giura. Il festival guarda al massiccio del Giura e al suo territorio e si interroga sul modo in cui il cinema lo ha esplorato. La retrospettiva offre una panoramica dei diversi ruoli svolti dal Giura sullo schermo: come scena del crimine, come ambientazione western e come luogo di introspezione.
Questo focus è composto da numerosi film, tra cui “Twenty Gods” di Louise Courvoisier, “Le roman de Jim” di Arnaud e Jean-Marie Larrieu (2024) e “Un ours dans le Jura” di Franck Dubosc (2024). Questo programma speciale propone anche una visita guidata alla mostra “Imaginaires du Jura” da scoprire al Museo delle Belle Arti di Soletta.
Oggetto della radio: Anne Fournier
Adattamento web: ld
Le 60° Giornate di Soletta, varie località, dal 22 al 29 gennaio 2025.
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