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il tragico incidente del 19 gennaio 1986 che sconvolse la Francia

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Il dramma si è consumato a margine dell’ottava edizione del raduno auto-motociclistico Parigi-Algeri-Dakar, cinque giorni fa. Il 14° giorno della competizione, un elicottero Écureuil AS 350 colpì una duna, rotolò in avanti e si disintegrò per quasi 150 metri. È scesa la notte sul deserto del Mali e, in Francia, la notizia si saprà solo la mattina dopo, cioè mercoledì 15 gennaio. E lo shock è terribile.

I cinque occupanti dell’elicottero sono morti sul colpo: il pilota francese François-Xavier Bagnoud, l’organizzatore del raduno Thierry Sabine, il cantante Daniel Balavoine, la giornalista della JDD Nathaly Odent e il tecnico radiofonico della RTL Jean – Paul Le Fur.

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Balavoine, 33 anni, lascia dietro di sé un ricco repertorio, e per un’intera generazione un grande sentimento di amarezza e di ingiustizia

Il JDD dedica due pagine alla tragedia. In prima pagina, una foto di Raymond Delalande mostra centinaia, migliaia di uomini, donne, bambini, giovani e anziani, che sfilano davanti alle pompe funebri di Nanterre davanti alla salma di Daniel Balavoine. Alcuni si sono fatti il ​​segno della croce, altri sono scoppiati in lacrime. Tutte persone anonime con il cuore spezzato. Balavoine, 33 anni, che ha preso parte al rally – non per gareggiare ma per supervisionare l’operazione umanitaria “Paris-Dakar, Pari du Cœur” – lascia dietro di sé un ricco repertorio e un’intera generazione un grande sentimento di amarezza e ingiustizia . Rimane ancora oggi, a quasi quarant’anni dall’incidente, uno degli artisti francofoni più apprezzati. Le sue canzoni, le sue battaglie sono ancorate ai ricordi.

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“La nostra Nathaly”. Questo è il titolo che attraversa tutta l’ultima pagina del JDD. Patrick Poivre d’Arvor rievoca i suoi ricordi con questo giovane giornalista, detto il “chip”che portava la risata negli occhi. Nathaly sognava sabbia, sole, deserto, avventura. Aveva lottato per partecipare alla manifestazione, dall’interno. “Amava tutti i rischi”aggiunge PPDA.

Diverse foto la mostrano “in azione” con Michel Platini o Yannick Noah. Jean-Pierre Mengual l’ha assunta presso JDD nel 1982. “Quando ha attaccato una stellascrive Mengual, era per cucinarla, per sezionarla, per farle confessare i suoi pensieri più segreti. Nella ricerca di informazioni, ancor più che un furetto, era una vera formica. Ha raccolto, ha raccolto. Poi si trasformò in una cicala della scrittura, e nei suoi versi cantò il suo sole di Cannes. »

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Senza dimenticare Thierry Sabine, quello che abbiamo soprannominato il «Dio». I suoi funerali si sono svolti ieri, sabato, nella chiesa di Épernon, nell’Eure-et-Loir. Il corpo del creatore della Parigi-Dakar è stato poi riportato a Parigi per essere cremato. Secondo il suo desiderio, le sue ceneri saranno disperse nel deserto del Ténéré. Nathaly, Daniel e Thierry, per sempre le nostre preghiere.

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