Libano1982. Per rispettare una promessa fatta ad un vecchio amico, Georges (Laurent Laffite) si reca a Beirut per un progetto tanto utopico quanto rischioso: la messa in scena Antigone per rubare un momento di pace nel cuore di un conflitto fratricida. I personaggi saranno interpretati da attori provenienti da diversi schieramenti politici e religiosi.
Perso in una città e in un conflitto che non conosce, Georges è guidato da Marwan (Simon Abkarian). Questo è il punto di partenza del nuovo lungometraggio di David Oelhoffen che parla tanto di amore e fratellanza quanto di guerra e distruzione. Il regista fornisce le chiavi di questa potente storia.
Cosa ti ha spinto a voler adattare questo libro di Sorj Chalandon?
E’ un autore che mi affascina. Ho letto tutti i suoi libri. Quando ho ricevuto una telefonata da Christine Rouxel, la produttrice, che ne aveva appena acquisito i diritti Quarta parete e mi sono offerto di portarlo sullo schermo, ho detto subito di sì. Anche se questo adattamento mi è sembrato una vera scommessa: è una storia dura, amara, un film complicato da realizzare…
È difficile comprendere questa guerra che ha scosso il Libano negli anni ’80?
Per me il film non intende spiegare questo conflitto. Neppure il romanzo. Alcune chiavi di lettura sono certamente date, ma per Georges questa guerra resta opaca, fino alla fine […] Il progetto teatrale di Georges che è al centro della storia mi commuove. È allo stesso tempo un’impresa delirante, un po’ megalomane nei suoi obiettivi politici, e un progetto fragile, poetico e marginale nella sua realizzazione. Un’utopia.
Il teatro è davvero molto presente?
La quarta parete è in realtà un adattamento di Antigone. Ho trovato geniale l’idea di Sorj Chalandon di adattare questa figura in una storia francese contemporanea. Ma di nascosto. Senza annunciarlo. Georges fa una promessa a Sam. Poi, una volta convinto tutte queste persone a seguirlo, Georges è prigioniero della fiducia che ripongono in lui. È come un Fatum, un destino che è più forte di lui, agisce come una forza che lo supera.
È anche un film sulla guerra?
Non è tanto la guerra che mi attrae, ma i momenti di cambiamento storico. Perché queste sono situazioni in cui le domande legate all’identità si pongono in modo molto brutale per i personaggi […] È lo scoppio della guerra d’Algeria Lontano dagli uomini (2015), il colpo di stato giapponese in Indocina nel marzo 1945 Gli ultimi uomini (2024). E anche dentro Fratelli nemici (2018), che è un thriller, la storia è innescata da un omicidio che disorganizza un clan criminale.
Il film è in sintonia con le notizie recenti?
La quarta parete è stato completato prima del 7 ottobre 2023. Mi ha colpito vedere sui canali delle notizie immagini così vicine a quelle del film. E quando ho rivisto il film, ho pianto […] Ciò che è un po’ sconcertante è che la squadra libanese che ha realizzato questo film si trovi in una situazione simile a quella che abbiamo cercato con tanta fatica di rappresentare. A modo suo La quarta parete lo esprime: la realtà è insopportabilmente brutale. Non devi sottometterti ad esso. Dobbiamo continuare a portare avanti utopie, affinché prima o poi riapparisca la speranza.
Ancora in mostra
La stanza accanto
Di Pedro Almodovar. 1h47
« Ingrid e Martha, amiche di lunga data, hanno iniziato la loro carriera presso la stessa rivista. Quando Ingrid diventa una scrittrice di successo e Martha una reporter di guerra, le loro strade divergono. Ma anni dopo, le loro strade si incrociano di nuovo in circostanze inquietanti… » La bellezza della regia di Almodovar, il talento delle sue due attrici – Tilda Swinton e Julianne Moore – e un argomento molto delicato che il regista riesce a non rendere noioso o strappalacrime, questi sono gli ingredienti che rendono La stanza accantoun capolavoro istantaneo. Già uno dei grandi film del 2025.
Memorie di una lumaca
Loro Adam Elliot. 1h34
« Quando suo padre muore, la vita felice e marginale di Grace Pudel, collezionista di lumache e appassionata di lettura, va in frantumi. Strappata dal fratello gemello Gilbert, finisce in una famiglia adottiva dall’altra parte dell’Australia. Appesa alle lettere di suo fratello, ignorata dai suoi tutori e molestata dai suoi compagni di classe, Grace sprofonda nella disperazione. Fino all’incontro salvifico con Pinky, un’eccentrica ottantenne che gli insegnerà ad amare la vita e a uscire dal suo guscio… » Specializzato in stop-motion (tecnica di animazione del volume), Adam Elliot è diventato un maestro nel campo. Ma, al di là della tecnica, è anche con le sue storie e il suo universo molto particolare che il regista si distingue. Come le sue corti, Harvey Krumpet O Ernie biscottolo fa di nuovo qui con questa meravigliosa storia poetica attorno a Grace Pudel, una collezionista di lumache.
Sono ancora qui
Di Walter Salles. 2:15
« Rio, 1971, sotto la dittatura militare. La grande casa dei Paiva, vicino alla spiaggia, è un rifugio di vita, di parole condivise, di giochi, di incontri. Fino al giorno in cui uomini del regime arrivano ad arrestare Rubens, il padre di famiglia, che scompare senza lasciare traccia. Sua moglie Eunice e i suoi cinque figli condurranno quindi una feroce lotta alla ricerca della verità… » Il film fenomeno di Walter Salles (Central do Brasil, In viaggio) arriva in Francia dopo aver conquistato più di 3 milioni di spettatori in Brasile. Già premiato a Venezia e ai Golden Globe, il film è in corsa per gli Oscar, in particolare la sua attrice protagonista, Fernanda Torres, già annunciata come la favorita nel ruolo di questa madre coraggiosa.
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