Mentre Luz-Ardiden celebra questo fine settimana il suo 50° anniversario, Gérard Stocker e Guy Sally, istruttori dell’ESF da decenni, ritornano sulle prime tracce e raccontano l’evoluzione della stazione, disegnandone il futuro.
Signori, raccontateci gli esordi di Luz-Ardiden…
Gérard Stocker: “All’inizio c’era solo Béderet, grazie alla visione dei fondatori Doctor Foyer e Claude Massoure. A Bederet il terreno era più facile, poiché oggi non esistevano le macchine mobili. Gli impianti di risalita erano solo due, ma già affollati rispetto alla grandezza del comprensorio. L’anno in cui ha aperto, ricordo che non c’era neve o pochissima. molto difficile perché non c’erano né cannoni da neve né cannoni. Poi abbiamo privilegiato il settore Aulian e il suo potenziale nella valle del Piet, soggetta a valanghe, per sviluppare la stazione. I progressi tecnologici hanno permesso di installare seggiovie sulle piste. settori finora inaccessibili”.
Ragazzo Sally: “Sono arrivato alla stazione quando il settore Auliano era appena stato completato. Il settore era più a nord e con pendenze più varie. 50 anni fa abbiamo visto che esisteva il potenziale per realizzare una bellissima stazione. C’era molto entusiasmo in quel momento. La strada permetteva alle famiglie di salire lassù con gli spuntini. La gente non si aspettava così tanto. servizi rispetto ad oggi. Andare a sciare è stato un privilegio per queste famiglie che si sono divertite moltissimo.”
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Come si è evoluta la stazione?
Gérard S: “Le persone ci sono sempre state. Con l’esplosione dello sci dagli anni ’80 all’inizio degli anni 2000 abbiamo vissuto anni molto, molto buoni. Oggi la gente stringe un po’ la cinghia. Tuttavia, lo vediamo oggi, le condizioni sono un sogno!”
Ragazzi : “Nel tempo ci sono stati nuovi sviluppi per soddisfare le esigenze dei clienti, in collaborazione con i professionisti dello sci. Ciò ha fornito un bonus. In termini di evoluzione delle pratiche, Luz è un modello. Il terreno è molto piacevole per tutti. Puoi fare tutto lo sci che vuoi qui. Quando le condizioni sono buone, nelle valli, ti senti subito come se fossi in Canada. piste ben preparate e battute.”
Non ti stanchi?
Gerad S: “Ho sempre la stessa fitta al cuore quando a fine inverno la stazione chiude, nonostante la stanchezza dei quattro mesi di stagione. Anche allora, dopo 2-3 giorni, mi manca. Ha tutta quella stazione, con un carattere enorme, senza edifici. Arriviamo ed è natura.”
Ragazzi : “Come puoi stancarti quando vedi le fantastiche condizioni attuali? Puoi fare tutto qui.”*
Come vedi il futuro del Luz-Ardiden?
Gérard S: “Oggi c’è il riscaldamento globale. Non possiamo negarlo. Dobbiamo esserne consapevoli ma smettere di avere paura. Abbiamo sviluppi tecnologici, segnali che dimostrano che c’è un futuro per almeno 30 anni, o due generazioni. Lo sci non sarà morto domani mattina, soprattutto perché la stazione ha un ruolo importante nel trattenere l’acqua, ad esempio, qui sono passate molte generazioni e ce ne sono molte. altro in arrivo.
Ragazzi : “Il terreno può ancora evolversi per portare clienti dalla valle, tramite un collegamento. Richiede una ristrutturazione del fronte nevoso, ma porterebbe un’altra visione, un’altra scala alla località da collegare al villaggio. la sfida di domani. Il potenziale c’è. Il nocciolo della questione sono i finanziamenti, ma questa funivia ci permetterebbe di alzare il livello aerando la zona ma anche impegnandola nel turismo quattro stagioni.
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