L’indagine continua ma si scontra ancora con la volontà dell’attore Gérard Depardieu e dei suoi avvocati di mettere in dubbio ogni minima prova. Colui che è stato eretto in “simbolo di impunità”secondo i giornalisti di Mediapart Pascale Pascariello, Michaël Hajdenberg e Marine Turchi (all’origine delle rivelazioni su questa vicenda), bisognerà attendere il 6 marzo per sapere se la Corte d’appello di Parigi accoglierà le sue richieste.
Gérard Depardieu ha contestato, giovedì 16 gennaio, elementi dell’indagine contro di lui per stupro. L’attore ha chiesto in particolare l’annullamento della sua accusa, nell’ambito del processo per stupro e violenza sessuale contro l’attrice Charlotte Arnould (avviato nell’agosto 2018). Al momento dei presunti fatti lui aveva 69 anni e lei 19.
“Ha provato a tirarmi da parte le mutandine e a toccarmi.”
Nel marzo 2022, la corte d’appello ha confermato la sua accusa. Il campo Depardieu ha quindi presentato due nuovi ricorsi, studiati per quasi quattro ore dalla Camera d’inchiesta, giovedì 16 gennaio. L’attore ha chiesto la nullità di una testimonianza di una comparsa, raccolta da Mediapart, poi tramite e-mail dagli inquirenti – questi ultimi vive all’estero.
“Senza preavviso, Gérard Depardieu mi ha messo la mano sotto il vestitoha detto. Ha provato a scostarmi le mutandine e a toccarmi (…) Se non lo avessi fermato, ci sarebbe riuscito. » L’aggressione sarebbe avvenuta durante una scena delle riprese di Grande Casaprodotto da Jean-Emmanuel Godart, nel dicembre 2014. Altre richieste riguardano un rapporto prodotto dal programma investigativo “Complément d’investigation”, oggetto di accese polemiche nel dicembre 2023. Il caso aveva assunto dimensioni così lunghe che persino il presidente della la Repubblica, Emmanuel Macron, ha cercato di interferire in quest’ultima, moltiplicando i commenti cospiratori e maschilisti per difendere un cosiddetto “enorme attore” vittima di a “caccia all’uomo”.
In questo programma vediamo Gérard Depardieu, in Corea del Nord nell’ambito di un documentario prodotto dal polemista Yann Moix, nel 2018, moltiplicare commenti misogini e pronunciarne altri di carattere sessuale quando una bambina a cavallo si avvicina all’immagine. “Se mai galoppa, lei viene”dice in particolare, di fronte alla telecamera. Un piano fraudolento per la sua difesa, finita davanti alla giustizia civile. Secondo fonti vicine al caso, Gérard Depardieu ha anche ordinato al magistrato incaricato di indagare sugli stupri di Charlotte Arnould di integrare il procedimento o di sequestrare questi urgenti per decidere, tra l’altro, sull’autenticità del montaggio.
Richiesta respinta dal giudice a fine luglio. Se ha chiesto a France Télévisions, e alla società di produzione Hikari, di comunicare i rush, ha spiegato che non poteva obbligarli a farlo, essendo responsabile solo di indagare sulle accuse di stupro. Gérard Depardieu ha, ancora una volta, presentato ricorso.
La sua difesa ritiene anche che il gip abbia dimostrato “pregiudizi riguardo ai resoconti provenienti dalla Corea del Nord”, in particolare “all’ascolto di persone diverse”. Oltre alla scadenza del 6 marzo, l’attore dovrà comparire anche a fine marzo, per le accuse di violenza sessuale avvenute nel settembre 2021, durante le riprese di “Green Shutters”. E come per le accuse precedenti… Gérard Depardieu contesta i fatti.
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