Nuovo anno, nuovo prevedibile – e stranamente irresistibile – thriller dell’autore di bestseller Harlan Coben su Netflix.
Questo puzzle televisivo, chiaramente non da 1000 pezzi, si chiama Mi manchi – Mi manchinella versione francese – ed è stato un successo da quando è stato messo online su 1È Gennaio.
Mi manchi rientra nella categoria dei popcorn televisivi che si consumano in tempi estremamente rapidi, ma che non lasciano un ricordo indelebile nelle nostre teste. È un ottimo thriller poliziesco, davvero efficace, tranne per il fatto che la formula ripetitiva di Harlan Coben fa sì che la sua ultima miniserie sia molto simile alla precedente (Ingannami Una volta), che era simile al precedente (Stai vicino), modellato sul più antico (Lo straniero).
Questa formula del “whodunit” (chi è stato?), un classico della decana Agatha Christie, funziona alla grande. Chi non ama queste storie profonde di ricchi colletti bianchi, che vivono nei ricchi sobborghi inglesi e che nascondono terribili segreti?
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Quello è Harlan Coben. Con un sacco di false piste, colpi di scena spettacolari e sospetti che, prima o poi, prendono di mira ciascuno dei protagonisti.
In Mi manchiLa detective single Kat Donovan si riconnette, su un’app di appuntamenti, con il suo ex fidanzato Josh, scomparso nella nebbia 11 anni fa, senza lasciare traccia, spiegazione o indirizzo, tesoro. Un vero stronzo.
Peggio ancora: il maledetto Josh ha “fantasma” la povera Kat poco prima del malvagio omicidio di suo padre, un poliziotto nelle sue stesse forze di polizia.
Ovviamente la canzone Mi manchi di John Waite è stato avvitato al cuore della storia. Innanzitutto, è un punto fermo del karaoke per Kat e Josh. E non c’è nessun riferimento sottile al lavoro di Kat, gestire la divisione persone scomparse della polizia in una città come Manchester, ta-dam!
Come prevede la ricetta originale, un punzone segna la fine di ogni puntata di Mi manchiche ci proietta automaticamente a quello successivo, fino a quando le cinque ore non saranno completamente assorbite.
Ho divorato l’intera miniserie e ricordo a malapena qualcosa della trama perché è andata velocissima.
A memoria, Kat indaga su sconosciuti, la cui scomparsa è legata, in modo poco credibile, all’assassinio di suo padre o alla resurrezione del suo ex fidanzato. È un mondo molto piccolo, devi crederci.
Intorno a Kat gravitano un allevatore di cani di razza, una perspicace infermiera carceraria, una migliore amica bugiarda, un investigatore privato dai metodi dubbi, un criminale malato terminale intriso di rimorso, un carismatico boss mafioso e un adolescente di 18 anni fin troppo responsabile. .
L’assassino o l’assassino, come nel gioco Clue, appare nell’elenco dei personaggi che ho elencato in questa colonna. Harlan Coben non sta reinventando la ruota, che sta raggiungendo la fine del suo percorso.
Perché l’enorme contratto che lega il popolare scrittore americano a Netflix per l’adattamento di 14 dei suoi libri sta per scadere: ne restano solo quattro da produrre. E’ giusto che questo accordo finisca. ChatGPT potrebbe quasi scrivere i prossimi capitoli per una miseria.
Parlando di thriller in TV, ho iniziato a guardare le miniserie Disclaimer da Apple TV+ durante le vacanze. Thriller psicologico diretto dal brillante regista Alfonso Cuarón (Gravità, E anche tua madre) con Cate Blanchett nel ruolo principale, onestamente, è stato un grande venditore.
Al terzo episodio su sette in totale, qualcosa mi dava fastidio. Ero vagamente a conoscenza di questa vicenda misteriosa e contorta senza riuscire a individuarne l’origine. Poi, guardando il titolo dello spettacolo in francese, Rivelatotutto è arrivato al culmine. Disclaimer è l’adattamento di Alfonso Cuarón dell’avvincente romanzo Rivelato di Renée Knight, che lessi quando fu pubblicato nel 2015.
Per fortuna il mio disco rigido ha cancellato gran parte della trama che ruota attorno a una giornalista investigativa (Cate Blanchett), la cui vita personale e professionale viene sconvolta quando un libro enigmatico finisce sulla sua scrivania.
Questo libro, scritto sotto pseudonimo, espone eventi oscuri del passato di questa famosa giornalista, che aveva nascosto a tutti intorno a lei, anche a suo marito (Sacha Baron Cohen).
Ovviamente la giornalista documentarista fa di tutto per smascherare l’anonimo autore del libro e impedirgli di infangare ulteriormente la sua reputazione. Allo stesso tempo, la scrittrice, che esercita una vendetta ben calcolata, fa in modo di smascherare il vero volto della giornalista, più contorto di quello che offre ai media.
Per sette episodi da un’ora ciascuno, Disclaimer torna indietro nel tempo e mostra pezzi del segreto del giornalista, sepolto su una spiaggia italiana, 20 anni fa. Nel presente, l’autore del libro anonimo impiega tesori di malizia per rovinare l’esistenza del giornalista, che va in tilt.
Disclaimer offusca anche le nostre prospettive sui buoni e sui cattivi in questa tragedia familiare. È eccellente e visivamente sbalorditivo. E non sembra sia stato progettato con software di intelligenza artificiale.
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