L’OPINIONE DEL “MONDO” DA NON PERDERE
Indubbiamente l’era industriale, e anche il suo futuro informatico, hanno cancellato quello che era stato il grande progetto dell’età classica, nel XVII secolo.e e 18e secoli, quello di Linneo, Buffon, Tournefort e Adanson: cioè mappare la natura, dando a ogni pianta la sua immagine oltre che un nome, nel grande libro della botanica, opera d’arte e di conoscenza strettamente intrecciate. È questa bella idea che Pierre Creton e Vincent Barré estendono oggi, attraverso i mezzi del cinema, in un nuovo lungometraggio firmato a quattro mani.
Operaio agricolo, artista e cineasta, Pierre Creton pratica da quasi trent’anni il cinema decentralizzato nel Pays de Caux, fatto a mano e tra amici, a diretto contatto con il territorio, navigando tra saggio e documentario (Un principe nel 2023, Wow, Totò! nel 2017, L’ora del pastore nel 2008). Vincent Barré, scultore e compagno di lunga data, che ha anche una propria filmografia, a volte si lascia coinvolgere, e investe i film di una dimensione plastica legata in particolare ai suoi numerosi disegni.
Sette passeggiate con Mark Brownsotto il titolo in stile Stevenson, si presenta in termini più semplici come un’escursione sulla costa di Cauchois, per incontrare la flora autoctona nei suoi esemplari più arcaici. Il viaggio si svolge in sette giorni primaverili e altrettanti siti diversi, nel parco naturale delle Anse della Senna, da Aizier (Eure) a Sainte-Marguerite-sur-Mer (Seine-Maritime), passando per paludi, boschi e fiumi. I personaggi sono anche la piccola troupe cinematografica itinerante, tutti familiari con il cinema di Creton avendo attraversato i suoi film precedenti.
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