All’inizio del 2013, lo scrittore e giornalista americano Gene Weingarten, due volte insignito del prestigioso Premio Pulitzer, ha chiesto a tre sconosciuti di sorteggiare per un giorno, un mese e un anno. Il caso scelse domenica 28 dicembre 1986. Giorno a priori” banale “, che Weingarten si sforza di raccontare dettagliatamente da sei anni attraverso un libro a cui è dedicato” tutto quello che è successo quel giorno negli Stati Uniti » (Un giorno: la storia straordinaria di una normale 24 ore in AmericaEdizioni Blue Rider Press). Ovviamente irraggiungibile, soprattutto considerando la vastità geografica del paese dello Zio Sam, l’obiettivo serve soprattutto come pretesto al suo autore per dimostrare l’irrimediabilmente ” straordinario » di ogni microgrammo di vita umana, non importa quanto aneddotico possa sembrare in superficie.
Osservazioni evasive
È armato dello stesso tipo di ambizione totalizzante che arriverà nei cinema questo mercoledì Il paese dei sogniun documentario tanto modesto nella forma quanto sproporzionato nella portata empirica. Dedicato a “ sogni di gioventù » provenienti da tutto il mondo, si propone di abbracciare non un giorno ma un “ generazione », senza che questo sia chiaramente definito in termini di età. Per un’ora e venti minuti, i quattro registi al lavoro (Théophile Moreau, Julie Marchal, Agathe Roussel, Paul Gourdon) sfilano decine di confessioni di giovani attorno a questo stesso tema, dai villaggi keniani ai parchi berlinesi passando per le pianure del Kirghizistan . Le riprese ravvicinate si susseguono secondo le parole di ciascuno, intervallate da alcuni paesaggi rari come transizioni.
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