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“La Quarta Parete” con Laurent Lafitte, purtroppo è una tragedia – Libération

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Come il fortunato romanzo di Sorj Chalandon da cui è tratto, la Quarta Muraglia di David Oelhoffen ricrea la Beirut in guerra del 1982, vista attraverso gli occhi di un francese, Georges, interpretato da Laurent Lafitte. Questo personaggio dilettante, un po’ regista teatrale, un po’ attivista di estrema sinistra, viene inviato in Libano dall’amico Samuel Akounis per realizzare al suo posto il progetto che la sua malattia gli impedisce di realizzare: recitare. Antigone di Jean Anouilh sulla linea di demarcazione dei settori che dividono la città, preda della guerra civile e dell’invasione israeliana, con attori e attrici provenienti da diverse comunità: un’Antigone palestinese, un druso Hémon, un cristiano maronita Creonte d’una famiglia di lontana Falangisti di destra, ecc. Finzione di un’utopia, di una tregua attraverso la tragedia, nel cuore della violenza.

Durante le prime letture dell’opera, Georges spiega alla sua troupe, già unita da un miracolo di passaggi, la differenza che Anouilh fa tra dramma e tragedia: se l’azione del dramma avanza senza che il suo finale sia recitato in anticipo, lasciando spazio per la speranza e la sua delusione, quindi per il pathos e le lacrime amare, la tragedia avanza senza speranza né via d’uscita, dispiegandosi

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