Nelle prossime 18 settimane i dirigenti, 2.438 uomini e 182 donne, saranno responsabili dell’istruzione di questi giovani uomini e donne. Tra queste 15’098 persone si contano complessivamente 391 donne, il che corrisponde ad una quota del 2,6%, scrive il Dipartimento federale della difesa (DDPS) in un comunicato stampa. Si tratta di un leggero calo rispetto all’inizio dello scorso anno (2,9% a gennaio 2024).
Anche una cinquantina di svizzeri e svizzeri residenti all’estero sono tornati per prestare servizio militare; 1.533 persone adempiono al loro obbligo militare secondo il modello del servizio di lunga durata.
Secondo il DDPS, l’addestramento dell’esercito svizzero si concentra, a partire dalla scuola reclute, sulla difesa contro un attacco militare. Per far fronte agli sviluppi in questo settore e affinché i militari comprendano che l’esercito è un sistema globale, è anche necessario condurre più esercitazioni congiunte con diverse armi.
Le reclute potranno inoltre utilizzare nella vita civile le competenze personali e tecniche acquisite, ad esempio, durante la formazione sanitaria o l’istruzione di guida. In determinati casi è possibile dimostrare questo know-how anche nella formazione, in particolare sotto forma di crediti ECTS, ricorda il DDPS.
Violenza
I soldati che necessitano di aiuto nell’ambito del servizio militare beneficiano di un’ampia gamma di aiuti. I primi punti di contatto nelle scuole reclute sono i comandanti, i medici delle truppe e i cappellani.
Esiste anche un Servizio Psicoeducativo dell’Esercito, un Servizio Sociale e un servizio specializzato Donne nell’Esercito e Diversità. Per i problemi che non possono essere risolti all’interno dell’esercito esiste anche un servizio di mediazione indipendente, precisa il DDPS.
Lo scorso ottobre, l’esercito ha annunciato misure a seguito di uno studio che concludeva che al suo interno sono diffuse la discriminazione e la violenza basate sul genere e sull’orientamento sessuale.
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