Bernard-Henri Lévy soffre di insonnia. Valeva la pena di inserire una pagina intera il Figaro Lunedì dieci minuti di intervista su France Inter al mattino. Ci aspettiamo quattro pagine Parigi-partitaforse… Ma non è l’insonne classico, BHL, no, è come Kafka, Lautréamont, Pessoa “e Proust, ovviamente”.
Di notte scambia sms con un altro insonne, Emmanuel Macron. Non è dato a tutti. Il sonno può essere un’esperienza di apprendimento della morte, ma l’insonnia lo è “una presenza nel mondo più febbrile, più intensa”. Mi piace il risveglio, disse, “vigilanza, stare attenti alle cose e agli altri”. Beh, ha fatto un libro a riguardo, notte insonne (Grasset). Non sono sicuro se lo leggiamo prima di andare a dormire.
Di notte pensa ad esempio ai bambini di Gaza, ma soprattutto a Israele di cui è la vittoria « sì vitale »… Pensa a Mélenchon e agli antisemiti dell’estrema sinistra, fascisti, peggiori di quanto lo fosse Le Pen. Alla radio cita Goya “il sonno della ragione genera mostri”. E la mancanza di sonno?
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