La storia dell’Orchestra Sinfonica di Praga è intrinsecamente legata a quella della città, e questa realtà si riflette anche nel suo repertorio. Dopo il successo della registrazione dal titolo “Musica per Praga 1968” del compositore Karel Husa, opera scritta dopo la repressione della Primavera di Praga da parte delle truppe sovietiche, l’orchestra e il suo direttore, Tomáš Brauner, offrono un nuovo album dedicato a Praga.
Questa volta la drammaturgia si concentra sulla fine del XIX secolo, un periodo noto come “rinnovamento” o “risveglio nazionale” durante il quale il popolo ceco combatté per affermare la propria lingua, cultura e identità ceca all’interno della monarchia austro-ungarica.
La spina dorsale dell’album è il monumentale poema sinfonico “Praga” di Josef Suk, un brano basato sul canto ussita “Chi sono i combattenti di Dio” (“Ktož jsú Boží bojovníci”), il poema “Vyšehrad”, tratto dal famoso ciclo “La mia patria” (“Má vlast”) di Bedřich Smetana e, infine, dal pezzo unico nel suo genere” Pohádka o Šemíkovi” (letteralmente “La fiaba di Šemík”, nome di un leggendario cavallo bianco nella mitologia slava), un poema sinfonico quasi sconosciuto frutto del genio di Otakar Ostrčil quando aveva diciannove anni, un racconto musicale che è anche si svolge a Vyšehrad.
E in questo album troviamo, ovviamente, anche la musica dell’“inevitabile” Antonín Dvořák. In poche delle sue opere Dvořák è così esplicitamente patriottico come nell’apertura di “La mia patria” (“Můj domov”), un brano relativamente poco conosciuto, basato sul tema della canzone popolare “Kde domov můj”, divenuta in seguito l’inno nazionale ceco al momento della fondazione dello stato cecoslovacco nel 1918.
Infine, le “Fanfare” di Dvořák composte per la grande Esposizione di Praga del 1891 costituiscono un’altra caratteristica originale di questo album. Dopo la calorosa accoglienza riservata alla registrazione delle “Danze slave”, l’Orchestra Sinfonica di Praga conferma anche qui che il repertorio ceco tardo romantico è la sua lingua madre e la più naturale. Ve lo lasciamo divertire, buon ascolto!
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