“Senza deprogrammare, incontreremo tutti [sic] davanti al Théâtre du casino Barrière il 25 gennaio alle 19 per far sentire la voce delle vittime della violenza sessuale», avverte questo testo, firmato da una dozzina di collettivi (1).
Criticano il comico e attore (noto soprattutto per “Cosa abbiamo fatto al buon Dio?”) per il suo coinvolgimento in un caso di stupro. Nell’ottobre 2021, una giovane donna di 23 anni, che frequentava il cinquantenne da due mesi, ha sporto denuncia contro di lui, sostenendo che le aveva imposto il sesso anale, supportato da perizie mediche.
Ary Abittan era stato incriminato. Poi, nel 2023, posto sotto lo status di semplice testimone assistito. Una decisione che i due gip incaricati del caso hanno giustificato con l’assenza di “prove serie o concordanti”. Pur riconoscendo l’“indiscutibile” stress post-traumatico del denunciante. Lo scorso aprile, l’artista ha finalmente beneficiato dell’archiviazione del caso.
Licenziamento e ricorso
Il licenziamento è la rinuncia all’azione legale nel corso del procedimento. I Bordeaux Feminist Collages concludono che “Ary Abittan non è quindi esonerata alla fine di questa vicenda”. Giuridicamente questo ragionamento è inesatto: certamente la vittima ha presentato ricorso ed è sempre immaginabile una possibile ripresa del procedimento. Ma agli occhi della legge l’attore è sempre stato innocente: la presunzione di innocenza vale per tutti gli imputati fino al momento in cui non sarà oggetto di una condanna definitiva.
“Senza deprogrammare, ci incontreremo tutti davanti al casinò Barrière il 25 gennaio alle 19.”
Ma i firmatari non sono soddisfatti di questa chiusura dei procedimenti. “La giustizia accetterebbe di occuparsi dei fatti solo quando vengono filmati, come il processo contro Dominique Pélicot? », si chiedono i Collages Feministi. Ricordano “che nel 2013 Ary Abittan si baciò con la forza [l’ex-Miss France, NDLR] Laury Thillemann. Questa volta la scena era stata filmata” – un riferimento a una sequenza dello show “Les Enfants de la Télé”, portata alla luce dai social network durante l’indagine contro Ary Abittan.
“L’indecenza portata all’apice”
Gli attivisti specificano cosa li indigna particolarmente nel suo caso: “Ary Abittan porta l’indecenza al suo culmine usando questa vicenda per far ridere la gente. Rendendola ridicola nel suo spettacolo, capitalizza il trauma inflitto alle sue vittime, tutto questo con il sostegno di diversi teatri in tutta la Francia. Compreso il Teatro del Casinò Barrière di Bordeaux. » L’establishment non ha voluto reagire alle nostre richieste.
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