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Castelnaudary. Michèle Bonhomme-Fontecave firma il suo secondo romanzo

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Dopo una prima esperienza di grande successo con il suo primo romanzo “Il labirinto di una vita” in cui Michèle Fontecave esplorava i vari percorsi che una vita a volte offre e le conseguenze delle scelte che facciamo, un’amica l’ha incoraggiata a dirgli che la vita e le scelte non hanno fatto non finire a 50 anni, l’età della sua prima eroina. Non importa, ha deciso di esplorare il prima e il dopo… Se attualmente lavora dopo i 50 anni, vi propone oggi il suo secondo lavoro e la sua riflessione sugli attuali anni Trenta, vicini all’età di alcuni dei suoi nipoti, che lei vede allontanarsi da ciò che pensa di aver vissuto. “Noto che sono meno disponibili a mettersi in gioco, sia a livello personale che professionale: mi sono quindi applicato a pensare a questo nuovo modo di vivere. Uno dei personaggi è di origine africana perché l’Africa mi affascina, e mi viverlo attraverso chi viene da lì o chi ci è stato: lo scrivo così come lo vedo attraverso le loro storie, mi sono interrogato anche su ciò che ci plasma con le nostre differenze interiori… Ciascuna vita è un romanzo! , le incomprensioni possono essere punti di forza.” Michèle potrebbe negarlo, la sua eroina Mickaële, alias Micka, porta con sé gran parte della sua storia. Questa dinamica trentenne lavora nel settore culturale a Tolosa e cerca di comprendere il suo ambiente, mettendo in discussione gli altri tanto quanto i propri sentimenti e reazioni per andare avanti nella vita. Se la storia di Micka scandisce il romanzo, Michèle ha l’arte di esprimere a parole i piccoli dettagli della vita, attraverso gli incontri, i movimenti della sua eroina, ci dilettiamo nel suo modo di descrivere i dettagli della vita..

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