DayFR Italian

“Ecco i Draghi, prima era”: Ariane Mnouchkine in guerra contro i demoni della Storia

-

Per il sessantesimo anniversario del Théâtre du Soleil, Ariane Mnouchkine, con la sua troupe multilingue, affronta oggi la grande Storia, quella delle dittature del XX secolo, per illuminare il pubblico sulle guerre del XXI secolo. Attori mascherati, che interpretano Lenin o Trotsky, una colonna sonora in russo tradotta in francese, una velocità pazzesca per trasmettere l’inferno dei campi di battaglia, rappresentato da tele dipinte, animate su fotogrammi che trasportano la nostra immaginazione! Intraprendi questo viaggio le cui vicende e i cui personaggi vibrano ancora oggi.

“Tutto inizia sempre con una guerra”

Ecco i Draghi, prove novembre 2024 © Lucile Cocito

Come dare forma ad una rivolta? Come superare la rabbia calda, poi fredda e nera per l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Vladimir Putin, un paese con un PIL quasi identico a quello della Spagna, ma la cui capacità di causare danni è spaventosa? Ariane Mnouchkine, la cui grande età non intacca in alcun modo la sua fantastica energia vitale, l’acutezza intellettuale e la lungimiranza politica, ha scelto di spiegare le radici di questo rapimento di un paese indipendente da parte di un altro. Evocando questo periodo degli anni ’20, rende allo stesso tempo omaggio a suo padre Alexandre Mnouchkine, regista e produttore, di origine russa ed ebraica, che insegnò a sua figlia i principi capitali dell’universalità francese. Lo fa con una troupe di 70 artisti, pieni di talento, che si alimentano a vicenda con letture, documentari, archivi storici e politici, poesie di Pasternak o Isaac Babel, analisi di Roosevelt o George Orwell, che raccontano la genesi delle dittature: quella del bolscevismo e del nazismo, entrambi derivanti dall’imperialismo della guerra di 1914-1918.

La storia scottante in immagini

Ecco i Draghi, prove novembre 2024 © Lucile Cocito

Lo spettacolo quindi precipita con fumo, rumore di stivali e grida di carestia nel cuore dell’anno 1917. Rasputin viene assassinato, la guerra produce carestia e gli operai scioperano, i marinai insorgono, il prezzo del pane lievita vertiginosamente. : c’è uno sciopero generale, l’insurrezione si impadronisce di tutti i quartieri e i soldati e i marinai stringono un patto con i ribelli. Questo è tutto ciò che ci verrà raccontato su un palco, un libro di racconti per immagini che srotola tele innevate sotto le luci del sud e cieli infuocati di fuochi ancora fumanti. Fino alla fine dello zarismo e all’arresto di Nicola II, lo spettacolo prosegue in maniera epica con la formazione dei Soviet, il ritorno in Russia di Lenin su un treno blindato, portatore degli ideali della rivoluzione fallita in Germania, il ritorno Trotskij e la presa del potere da parte dei bolscevichi con l’invasione del Palazzo d’Inverno. Come nel caso di Shakespeare, assistiamo costantemente a diverse trame. Macbeth, Frazione, Antonio e Cleopatra viso Guerra e pace di Tolstoj, L’Iliade e l’Odissea di Omero attraverso una massa di discorsi storici, di documenti veri che rivivono davanti ai nostri occhi e alle nostre orecchie. E questa vita è catturata dai corpi abitati degli attori, dissociati da quello delle voci, in russo.

I corpi della storia

Ecco i Draghi, prove novembre 2024 © Lucile Cocito

Questi attori dicono parole vere, discorsi reali, ma esprimono anche i propri dubbi, che confidano al pubblico, sotto forma di pause. Le maschere di Erhard Siefel distorcono e ingrandiscono i loro volti, come lune o soli, appollaiati su corpi animati come giganteschi burattini. L’umorismo, la vivacità, l’energia sono costantemente presenti. Ma allo stesso tempo le proiezioni stilizzate delle tele dipinte, in cui sono incastonate immagini video, descrivono in dettaglio il laboratorio dell’odio, lo sviluppo dell’orrore razzista, il veleno del terrore che si manifesta dopo otto mesi di democrazia. Così stilizzata, con un’arte compositiva formidabile, questa epopea politica e poetica ancora il suo stilo nei nostri ricordi senza rendere i personaggi cloni della realtà. Naturalmente, questo spettacolo richiede attenzione, poiché siamo chiamati a leggere le traduzioni francesi e a seguire l’evoluzione politica, che è però resa molto evidente dall’immenso lavoro di ricerca e sintesi portato avanti dall’équipe. Ma che splendore sono questi viaggi su ruote, così caratteristici degli spettacoli del Sole, delle tre Babayaga in nero che sfuggono al terrore! Che combattività in Cornelia, narratrice e sosia di Arianna, che ci introduce, commenta, insegue il racconto e intervista i protagonisti, scusandosi ogni volta di non poter parlare di tutto! “La storia vomita orchi” dice Ariane, che li trasfigura in struggenti creature sceniche per meglio illuminarci.

Miniature artistiche

Ecco i Draghi, prove novembre 2024 © Lucile Cocito

Dal grottesco si passa infine alla ricostruzione in miniatura e spettrale del Palazzo d’Inverno, nella notte tra il 4 e il 5 dicembre 1918, modello di travolgente umanità, ripreso dal telefono di Cornelia con volti e corpi senza vita. Da citare Clémence Fougea, autrice della musica, che governa ogni sera, sulla sua tastiera, i tornado e le corse sotto la pioggia, accompagnata da Ya-Hui Liang; evocano le immagini del ghiaccio e del crepuscolo incrostati sulla seta di Diane Hecquet, nella luce e nella tecnica sublimi dei pittori Poussin, Le Lorrain e Petrov. Il programma della sala mostra, in un manifesto aperto su sei lati, scritto in caratteri telegrafici neri e rossi dell’epoca, la ricchezza artistica e tecnica della troupe, dagli artigiani agli storici, compresi personaggi politici, da Winston Churchill a Lavrenti Beria, compagno, che sarà anche lui giustiziato. Si nota la drammatica cronologia, gli eventi precisi, le date e i riferimenti ai discorsi. Il teatro qui raggiunge il suo culmine educativo, pur rimanendo diabolicamente vivace, violento e divertente allo stesso tempo. Grande arte.

Helen Kuttner