“Il cinema marocchino comincia a viaggiare. I nostri film vengono esportati, raggiungono un pubblico eterogeneo, ottengono riconoscimenti prestigiosi e vengono nominati agli Oscar e ad altri grandi eventi della 7a arte. “È un cambiamento enorme rispetto a quando ho iniziato”, ha detto.
Il cineasta marocchino osserva che questo movimento va ben oltre una moda passeggera. “Il mondo adesso ci guarda, con curiosità e ammirazione. Questa visibilità è il risultato di decenni di sforzi da parte di registi pionieristici e di una nuova generazione talentuosa, audace e impegnata”, ha aggiunto.
Secondo lui, questa dinamica si basa sull’eccezionale ricchezza della cultura marocchina. “Abbiamo un paese pieno di ispirazione, storie potenti, personaggi complessi e paesaggi affascinanti. Tutto ciò costituisce una materia prima preziosa per creare opere che toccano l’universale pur rimanendo profondamente radicate”, sottolinea con passione il regista.
Presentata nell’ambito del festival, la sua ultima opera “Everybody Loves Touda” mette in risalto i Cheikhates, questi iconici cantanti marocchini, figure libere e audaci che hanno sfidato le convenzioni sociali attraverso la loro arte.
“Gli sceicchi non sono solo artisti, sono guerrieri. Cantavano d’amore, di libertà e talvolta di rivolta, spesso senza concessioni o censure. Questo film è il mio tributo alla loro forza e resilienza”, ha affermato Ayouch.
Attraverso una narrazione che unisce romanticismo e intensità emotiva, il film esplora temi universali: la ricerca dell’identità, i legami familiari e la complessità delle emozioni umane. “Non è solo un film sugli Sheikhate, ma una riflessione su come la loro eredità risuona ancora oggi, con portata universale e messaggi senza tempo”, ha spiegato.
“Con “Tutti amano Touda”, come regista cerco di allargare i confini del cinema marocchino, inserendo le storie in una dinamica di rinnovamento e internazionalizzazione”, ha affermato il regista marocchino.
“Non è solo un orgoglio personale, ma una responsabilità collettiva. Tutti noi abbiamo un ruolo da svolgere nel mantenere questa dinamica e nel raccontare storie che ci riflettano, ma che parlino anche al mondo intero”, ha concluso.