Il Museo Picasso di Barcellona, l’unico voluto dallo stesso pittore, è il più visitato della capitale catalana. Oltre ai tesori del maestro che costituiscono la sua collezione permanente (4.000 opere in totale), l’antico e grazioso palazzo medievale Aguilar ospita da pochi giorni, e fino a marzo 2025, una formidabile mostra temporanea dedicata agli artisti catalani che hanno lavorato, con Picasso, a Parigi tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento.
“I catalani a Parigi” è la storia di un gruppo di artisti e amici che, tra il 1889 e il 1914, lasciarono la Catalogna per stabilirsi nella capitale dell’arte e della cultura. Una storia ricca ma poco conosciuta, perché messa in ombra dalla presenza, e dalla nascita artistica, di Picasso, tra Bateau-Lavoir e Boulevard Raspail. Una storia quasi riesumata dalla mostra di Barcellona al Museo Picasso, in un viaggio vertiginoso.
In questa Parigi
Splendida come questa Parigi, quella delle Esposizioni universali del 1889, che vide l’erezione della Torre Eiffel poi del 1900, che stabilì la favola dell’elettricità, della metropolitana e del progresso scientifico senza limiti. La Parigi di Montmartre, dove abitare nei bassifondi del Moulin Rouge e bere assenzio nel retro dei bar è l’ultima arte di vivere. Questa è la Parigi di Montparnasse, delle sue sgargianti brasserie e dei suoi boulevard infiniti dove l’arte (finalmente) fa la sua rivoluzione. Anche la Parigi della povertà, che l’indistruttibile romanticismo francese preferisce chiamare “bohémien”. La bohème del Bateau-Lavoir dove Picasso, appena diciannovenne, moriva di fame, come Max Jacobs, Juan Gris, Diego Ribera, Modigliani… Dove completò il suo periodo blu e inventò Les Demoiselles d’Avignon nello stesso periodo di Cubismo. Questa Parigi, dove l’oscurità e la sporcizia si incontrano con la luce e l’odore di sformati, dove mancano cinque minuti a mezzanotte prima che il mondo cada nel massacro della prima guerra mondiale e nella fine delle illusioni. Questa Parigi è anche quella dei vibranti artisti catalani, dotati di talenti ai quali era giunto il momento di rendere giustizia.
Come un’enciclopedia di questi artisti catalani
Lo fa con questa mostra XXL che si sviluppa su due piani e accompagna il visitatore in questa Parigi (compresa la proiezione di brevi film di attualità dell’epoca) alla (ri)scoperta di questi ispirati artisti catalani da parte di questo fruttuoso quartiere di un secolo.
Stiamo ovviamente guardando numerose opere di Picasso adolescente e giovane adulto, sull’orlo della gloria. Opere che si fondono ancora perfettamente con quelle di Ramon Pichot, Juan Sala, Joaquim Sunyer, Evelio Torent, Ramon Casas, Lluisa Vidal… questi pittori catalani e barcellonesi, la cui opera stupisce.
E tra questi c’è Carles Casagemas. Amico di Picasso, conosciuto al Quatre Gats, a Barcellona, e che pagò Pablo per il suo primo viaggio a Parigi, nel 1900. Lì Carles si innamorò perdutamente di una ballerina del Moulin Rouge, Germaine, che fece anche da modella alle Demoiselles d’Avignon, e che gli spezza il cuore. Disperato, Carles si sparò alla testa, aveva 20 anni e lasciò uno smunto Pablo, profondamente segnato, che dedicò all’amico tre dipinti, tra cui un suggestivo ritratto esposto a Barcellona.
“Da Montmartre a Montparnasse, artisti catalani a Parigi (1889-1914)” sono storie d’amore e di amicizia, un frammento di storia dell’arte, un pezzo di Storia raccontata con semplicità da artisti partiti alla conquista del mondo. Una mostra molto bella, “come un’enciclopedia di questi artisti catalani”,
sottolinea Emmanuel Guigon, curatore francese del Museo Picasso di Barcellona.
fino al 30 marzo 2025 al Museo Picasso di Barcellona, Carrer de Montcada. Ingresso: 7,50 € (6,50 € online sul sito del museo), 15 € e 14 € per la mostra e la collezione permanente.
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