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Un gigantesco “1, 2, 3 Soleil” sull’Avenue des Champs-Élysées per il ritorno del fenomeno del “Gioco dei calamari”

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Il 1° dicembre Netflix e il Comitato degli Champs-Élysées hanno trasformato il viale più bello del mondo in un enorme parco giochi per celebrare il tanto atteso ritorno di Gioco dei calamari il 26 dicembre. Un omaggio alla serie di Hwang Dong-hyeok, dove 456 partecipanti, scelti a caso tra migliaia di volontari, hanno preso d’assalto il viale, pronti a tutto pur di “sopravvivere” – siamo d’accordo. Sotto l’occhio implacabile di Young-hee, la bambola gigante, i giocatori in tuta verde si sfidavano in un “Sole 1, 2, 3” a grandezza naturale, dove ogni mossa costava caro.

Le squadre, guidate dai creatori di contenuti Maghla, Just Riadh e Inoxtag, hanno guidato le loro truppe in questa esperienza in cui strategia e spirito di squadra erano la chiave per la sopravvivenza. Dopo un primo round, il grande pubblico ha assistito ad una seconda sessione ricca di colpi di scena. I vincitori – Inoxtag e altri 68 giocatori – hanno vinto il jackpot: un biglietto VIP per la proiezione di Gioco dei calamari Stagione 2 al Grand Rex, 10 dicembre. Game Over? Non ancora.

456 candidati, un solo vincitore: chi sopravviverà all’inferno dei giochi infantili?

Se ti sei perso il fenomeno Gioco dei calamariimmagina un mondo in cui il denaro è l’unico gioco a cui vale la pena giocare. Gioco dei calamariè una scommessa definitiva: 456 giocatori in debito, pronti a tutto per una fortuna che possa dare loro la possibilità di ripartire da zero. Solo che le regole sono semplici, e il prezzo del biglietto d’ingresso è disumano. Giochi per bambini rivisitati come trappole mortali, fragili alleanze, tradimenti in abbondanza… ogni turno è una scarica di adrenalina fino all’ultimo secondo. Un cocktail davvero esplosivo di tensione sociale, critica al sistema e scene di violenza ben bilanciate. Il tutto in una macabra ambientazione circense, dove la speranza si trasforma in terrore, e dove tutti sono pronti a vendere la propria anima per un po’ di redenzione. Fondamentalmente: un gioco da tavolo a cui nessuno vuole giocare.

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