Il cineasta americano ha così parlato dell’ambiguità che caratterizza il suo universo, spesso descritto come “un misto di luce e oscurità”, come le fiabe dei fratelli Grimm. Per lui, queste storie, con le loro immagini sorprendenti e talvolta spaventose, hanno una risonanza universale, che trascende le nozioni del pubblico adulto o infantile.
Tim Burton ha parlato anche della sua esperienza con l’attore Paul Reubens in uno dei suoi primi film: “La grande avventura di Pee-wee” e del fatto di avergli offerto un ruolo in “Batman” nonostante fosse stato boicottato da Hollywood. “Conosciuto prima di essere allontanato, Paul Reubens mi ha sostenuto, si è fidato di me mentre iniziavo la mia carriera”, ricorda.
Magia e umanità
Definendo il suo stile come “un’alleanza tra classicismo ed eccentricità”, Tim Burton ha anche condiviso il suo attaccamento all’opera di Edgar Allan Poe, che considera “un’importante fonte di ispirazione”. Per lui la poesia e la dimensione astratta dell’autore nutrono la sua immaginazione senza mai imporsi in modo letterale, ma toccando strati più profondi e inconsci della sua creatività.
Questo incontro, scandito da estratti di film emblematici come il leggendario “Edward mani di forbice”, ha immerso il pubblico nell’universo atipico di Tim Burton, dove horror e commedia si intrecciano per raccontare storie intrise di magia e di umanità.
Il regista ha parlato anche della sua storia con la Disney per la quale ha diretto diversi film tra cui “Alice nel Paese delle Meraviglie” e “Dumbo”. “Non sono mai stato un fan della Disney”, ha chiarito. La Disney è come una grande famiglia. E in una grande famiglia c’è sempre una pecora cattiva o una pecora nera. Sono io”.
Per il regista di “Mars Attack”, i film devono essere fatti “con passione”. “Non sono mai andato a una scuola di cinema”, ha confidato. La chiave è la passione”. L’asso dell’umorismo nero ha anche chiarito che i suoi figli non guardano i suoi film e “non chiedono di vederne”.
Per quanto riguarda il Marocco, ammette che “amare il design del paese, la sua storia dell’arte,… è molto stimolante”, ha concluso.
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