È un eufemismo dire che la tripla riforma della governance, del sistema degli aiuti e del finanziamento dell’Associazione per il Sostegno del Teatro Privato (ASTP) si sta portando avanti con dolore. In rapida successione, il presidente dell’associazione, Pascal Guillaume, ha annunciato le sue dimissioni, consapevole, ha spiegato in una lettera ai suoi membri del 20 novembre, che “Costruire un consenso (…) non è ovvio». Un eufemismo.
La città di Parigi, da parte sua, ha dichiarato che non finanzierà più l’associazione finché non sarà attuata una vera riforma. Riduce quindi il suo sussidio di 1,4 milioni di euro molto tardi nel corso dell’anno, su un totale inizialmente previsto di oltre 3,2 milioni per il 2024. “L’importo del sussidio 2025 non è stato deciso”abbiamo chiarito al Comune di Parigi. Molti osservatori vedono in questa rinuncia un modo abbastanza conveniente per risparmiare quando il bilancio della Città è già molto limitato per sostenere, tra gli altri, il Théâtre de la Ville o quello della Concorde.
Poiché l’ASTP è finanziata anche da un’imposta del 3,5% riscossa sugli spettacoli drammatici, lirici e coreografici (che hanno generato 8,15 milioni di euro nel 2023) e dallo Stato (fino a 3,6 milioni), il bando della Città di Parigi pone necessariamente il Ministero della Cultura in una posizione piuttosto scomoda. Rue de Valois si limita a ricordare che da tempo sostiene l’abolizione della famosa tassa del 3,5%, per aumentare le risorse dell’associazione.
Nuova crisi
Da dove nasce questa nuova crisi? Nel mese di giugno un rapporto dell’ispezione generale degli affari culturali ha criticato molto severamente il funzionamento dell’associazione. Gli autori hanno attaccato a “sistema progettato da e per i teatri parigini”. Lo hanno deplorato “Sui mille contribuenti al fondo di sostegno nel 2022, ne beneficiano solo 53 iscritti attivi dell’ASTP”. E lo affermò, in “contraddizione con gli obblighi legali e regolamentari”gli aiutanti erano “riservato ai soli soci ASTP”. Senza contare le accuse riguardanti “governance bloccata”, “la grave mancanza di trasparenza” nella ripartizione degli aiuti e nel fatto che i membri dell’associazione “riflettono solo imperfettamente il numero e la diversità degli attori teatrali privati in Francia”. Raramente era stato dato un incarico simile, costringendo l’associazione ad un rapido aggiornamento. Soprattutto perché lo indica il ministero “questo rapporto costituisce una tabella di marcia” e ha promesso di essere vigile in tal senso “la migliore distribuzione possibile [des aides] essere considerato».
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