(Parigi) Si avvicinano le 10e anniversario dell’attentato islamista che ne ha decimato la redazione, il quotidiano satirico francese Charlie Hebdo rende omaggio ai suoi “scomparsi” in un libro toccante, destinato a “far mentire i terroristi” che esultavano, il 7 gennaio 2015, per aver “ucciso” il giornale.
Inserito alle 6:58
Aurélie CARABIN
Agenzia France-Presse
Dodici persone hanno perso la vita nell’attacco compiuto dai fratelli Kouachi contro il settimanale satirico, bersaglio di minacce jihadiste fin dalla pubblicazione delle caricature del profeta Maometto nel 2006.
Tra loro, otto membri della redazione: i designer Cabu, Charb, Honoré, Tignous e Wolinski, la psichiatra e psicoanalista Elsa Cayat, l’economista Bernard Maris e il correttore di bozze Mustapha Ourrad.
Atteso il 5 dicembre dalle edizioni Les Echappés, Charlie Liberté, il diario della loro vita celebra il loro lavoro attraverso una selezione di disegni, testi e testimonianze in più di 200 pagine.
«L’idea era parlare dei dispersi», di «quello che facevano anche loro prima di esistere Charlie » e “come” ci sono arrivati, riferisce all’AFP Gérard Biard, caporedattore del quotidiano.
Per “continuare, in qualche modo, a tenerli in vita e a far mentire i due terroristi che, dopo aver commesso la loro strage, abbandonarono la redazione” gridando “Abbiamo ucciso Charlie Hebdo ! », continua il giornalista.
“Non hanno ucciso Charlie Hebdo », che vende 50.000 copie ogni settimana, secondo Gérard Biard.
Per quanto riguarda i dispersi, “non sono morti neanche loro”, poiché il loro lavoro “non è invecchiato per niente”, sostiene.
“Noi non lo facciamo Charlie Hebdo per caso”, sottolinea il signor Biard, ricordando che François Cavanna e il professor Choron l’hanno fondata nel 1970 per “scrivere e leggere lì ciò che non potevano leggere altrove” e per eludere la censura del potere gollista nei confronti della loro rivista Crimine sulla pelle.
Charlie Libertà inaugura così le commemorazioni dei dieci anni degli attentati del gennaio 2015 contro il giornale, un agente di polizia di Montrouge e l’Hyper Cacher, che provocarono 17 morti.
Il settimanale pubblicherà anche un numero speciale di 32 pagine a gennaio, che comprenderà i migliori disegni del concorso internazionale di caricatura #RiredeDieu, lanciato fino a metà dicembre per denunciare “l’influenza di tutte le religioni” sulle libertà.
Ripercorrerà anche l’eccitazione attorno alle caricature di Maometto, all’origine delle violente manifestazioni nei paesi musulmani, pubblicate inizialmente nel 2005 dal quotidiano danese Jyllands-Posten e ripreso dal settimanale nel 2006.
Charlie Hebdo aveva ripubblicato nel 2020 questi disegni, “prove” alla vigilia dell’apertura del processo per gli attentati del gennaio 2015, così come la copertina disegnata nel 2006 da Cabu, “volutamente fraintesa” dai suoi detrattori, secondo Biard.
Questa prima pagina, in cui Maometto “sopraffatto dai fondamentalisti” giudica che “è difficile essere amati dagli idioti”, appare in Charlie Libertà.
Nel 2015, una settimana dopo l’omicidio, il giornale raffigurava il profeta con in mano un cartello “Je suis Charlie”, sotto il titolo “Tutto è perdonato”.
Related News :